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Omicidio Torremaggiore (Foggia), Paola a Tefta: "Anche mio figlio Mirko morì per proteggermi, unite dallo stesso dolore"

La 52enne di Tortolì (Nuoro) che fa perse il figlio, morto per difenderla dal compagno violento, ha scritto una lettera alla 39enne che in Puglia ha avuto il suo stesso tragico destino: "Nessuno dica che è colpa tua"

Omicidio Torremaggiore (Foggia), Paola a Tefta: "Anche mio figlio Mirko morì per proteggermi, unite dallo stesso dolore" - foto 1
Tgcom24

Dopo la tragedia di Torremaggiore (Foggia), la 52enne di Tortolì (Nuoro) Paola Piras, che due anni fa perse il figlio, morto per proteggerla dal compagno violento, ha deciso di scrivere alla donna di 39 anni che in Puglia ha avuto in sorte lo stesso tragico destino.

Tefta, proprio come Paola, è stata difesa dalla furia omicida del marito dalla figlia di 16 anni, rimasta uccisa insieme al presunto amante della moglie. "Cara Tefta, io non ti conosco, eppure in qualche modo la sorte - la cattiva sorte - fa di noi due persone vicine", scrive.

 

 

"Sono passata nel tuo stesso buio"

 "So bene che il dolore ciascuno lo attraversa a modo proprio ma devi credermi se ti dico che io penso di sapere cosa stai provando", aggiunge Paola Piras nella lettera aperta inviata a Il Corriere della Sera. "Io lo so - prosegue - perché sono passata nel tuo stesso buio. L'11 maggio di due anni fa mio figlio Mirko provò a difendermi dall'uomo violento che avevo malauguratamente amato e che avevo poi lasciato e denunciato, quando la nostra storia era diventata per me una prigione. Quell'11 maggio si presentò all'alba armato della sua vendetta. E cominciò a colpirmi con un coltellaccio: una, due, tre, 18 volte".

 

 

"Il mio Mirko come tua figlia Gessica"

 "Mirko come tua figlia Gessica. Due ragazzi perduti per difenderci da uomini tanto forti di violenza quanto privi di coraggio per sopportare un addio - scrive ancora -. Ho pensato tante volte, a questo tipo di uomini. Non siete capaci di reggere l'abbandono? Sentite di non poter più vivere senza la donna che vi ha lasciato? Se tutto questo diventa per voi così tanto distruttivo, uccidetevi. Rivolgete a voi stessi il male che avete dentro, oppure fatevi aiutare a liberarvene".

 

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"Nessuno osi mai dire che è stata colpa tua"

 "E poi ti auguro che nessuno, dall'esterno, osi mai dire che è stata colpa tua, perché quello fa male, avvelena i pensieri, ti mette sullo stesso piano dell'assassino. Una malignità. Con me l'hanno fatto più volte - ammette - Colpa mia, ha detto qualcuno, perché, dopo la separazione, non sono stata solo madre e santa ma mi sono avventurata in una storia sbagliata, con un uomo violento, per di più pachistano".

 

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"Vivi per l'altro tuo figlio"

 "Cara Tefta, leggo che hai un altro bambino. Forse avrai già pensato che vivere non ha più senso, una madre che sopravvive a un figlio esiste, ma non vive. Però lo devi a lui, al tuo bambino. Lo devi a lui e a te stessa. Tienilo stretto più che puoi, e custodisci i ricordi di tua figlia come fossero pietre preziose. Coltivali. Tienili accesi. E' il solo modo di averla ancora lì con te", conclude.

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