Si nascondeva in Calabria

Torino, finge di essere stato rapito per chiedere alla madre 32mila euro

Il 23enne, con la complicità di un amico più grande, ha simulato un sequestro per chiedere del denaro. I due sono stati denunciati per tentata estorsione e simulazione di reato

24 Ott 2019 - 17:20
 © -afp

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“Mio figlio è stato rapito. Mi hanno chiesto un riscatto di 32mila euro per rilasciarlo. Altrimenti lo uccideranno”. Queste le parole rivolte alle forze dell’ordine dalla madre di un 23enne torinese. Ma la verità era un’altra: il figlio, aiutato da un amico, aveva finto il suo sequestro per estorcerle del denaro. I carabinieri di Castellamonte (Torino) hanno però scoperto il piano dei due giovani che sono stati denunciati per tentata estorsione e simulazione di reato.

Era stata la madre, spaventata da una chiamata che aveva ricevuto sul cellulare, a presentarsi ai militari per sporgere denuncia sul sequestro del figlio. Aveva raccontato di aver ricevuto una telefonata dal sequestratore, un uomo con forte accento calabrese. Alla donna sono state inviate anche delle foto via Whatsapp che mostravano il ragazzo, di spalle, legato e imbavagliato, con la minaccia che se lei non avesse pagato sarebbe stato ucciso.

Se alla prima chiamata del figlio, che raccontava di non sapere dove si trovasse, la madre non aveva però dato molta importanza, a causa dei loro difficili rapporti e ritenendo si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto, si è però preoccupata dopo aver ricevuto le altre chiamate anonime. Dall’altro lato della cornetta uno sconosciuto che, con inflessione calabrese, le chiedeva il riscatto. Dopo la denuncia della donna, i carabinieri hanno però localizzato il 23enne sotto l’abitazione di residenza dell’amico, che si è detto estraneo ai fatti, in Calabria. Era intento a passeggiare con il cane. All’interno dell’abitazione hanno trovato cellulari, schede telefoniche e carte di credito che sono stati sequestrati.

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