l'inchiesta si allarga

Telecamere hackerate, scoperti altri dieci siti con video rubati da case e locali pubblici

I portali, tutti con domini esteri, sono stati segnalati alle autorità, che stanno ampliando l'indagine aperta sulla diffusione illecita dei contenuti

14 Set 2025 - 08:04
 © Polizia

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Camere da letto, bagni, studi medici e perfino spazi intimi delle abitazioni: ancora una volta finiscono al centro di un business illecito che genera guadagni milionari. Dopo il caso esploso la scorsa settimana di un portale straniero che permetteva di spiare le vite private delle persone, la società trevigiana Yarix, centro di competenza per la cybersecurity dell'azienda Var Group, ha individuato altri dieci siti web che trasmettono filmati rubati dalle telecamere di sorveglianza. I portali, tutti con domini esteri, sono stati segnalati alla polizia postale di Venezia e all'autorità giudiziaria, che stanno ampliando l'indagine aperta sulla diffusione illecita dei contenuti. Le forze dell'ordine, intanto, hanno ottenuto la rimozione dei video provenienti da telecamere installate in Italia, anche se i siti restano ancora attivi.

Difficile fermare la catena di condivisioni

 "Quelli scoperti rappresentano soltanto una parte di un universo molto più vasto e sommerso", spiega Diego Marson, Chief Technical Officer di Yarix a La Tribuna di Treviso. Secondo l'esperto, dietro i motori di ricerca si nasconde una rete parallela di piattaforme accessibili solo tramite indirizzi non indicizzati o scambiati in chat chiuse su sistemi di messaggistica. Una volta pubblicati, i video non scompaiono più: basta che qualcuno li scarichi e li redistribuisca, rendendo impossibile fermare la catena di condivisioni.

Business a colpi di criptovalute

 Il meccanismo ricalca quello già visto nel precedente caso: brevi estratti gratuiti per attrarre utenti, poi la possibilità di acquistare l'accesso alle telecamere in diretta, arrivando di fatto a prenderne il controllo. Le tariffe variano da 20 a 600 dollari, a seconda della popolarità dei video, che possono raggiungere anche le 20mila visualizzazioni. Le transazioni avvengono tramite bot su Telegram e vengono saldate in criptovalute, rendendo più difficile risalire agli organizzatori. Un fenomeno che continua ad alimentare voyeurismo e che dimostra quanto sia vulnerabile la privacy di chi installa telecamere di sicurezza nelle proprie case o nei luoghi di lavoro.

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