INCUBO FINITO

Sito sessista, spunta anche l'ipotesi estorsione | Attesa l'informativa della Polizia postale

Focus sulle presunte richieste di denaro per eliminare foto o account dalla piattaforma. Il gestore, italiano, verrà sentito

01 Set 2025 - 09:40
 © Istockphoto

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Sarà sentito dai magistrati il gestore del sito Phica.eu, chiuso dopo le denunce arrivate da tutta Italia di donne che hanno trovato le loro foto pubblicate sul portale con commenti sessisti e insulti. I server della piattaforma sono all'estero, ma il gestore è italiano: ciò agevolerebbe l'azione dei magistrati capitolini, che dovrebbe prendere il via in settimana. Negli uffici della Procura è inoltre attesa l'informativa della Polizia postale che, oltre ai responsabili del sito, sta identificando gli autori dei commenti. Non solo: come riporta Il Messaggero, dopo le denunce di richieste di denaro per cancellare le proprie foto o il proprio account dal sito, spunta anche l'ipotesi di estorsione.

Il presunto tariffario

 Una delle vittime ha dichiarato a Repubblica di aver ricevuto da parte del sito la richiesta di versare "mille euro al mese" per ottenere la rimozione di contenuti sensibili, ossia sue foto private. Inoltre, è emerso che ad alcuni utenti del portale - attivo da 20 anni - era stato chiesto il versamento di un contributo per essere eliminati dagli iscritti. Due episodi che potrebbero spingere i magistrati a indagare anche su altre fattispecie di reato, come appunto l'estorsione, oltre al revenge porn, la diffamazione aggravata, la violazione della privacy e la diffusione di immagini a contenuto sessuale.

I lavori della Commissione parlamentare

 Dovrebbe concludersi entro fine 2025 l'inchiesta sui siti sessisti che sarà attivata dalla Commissione parlamentare sul Femminicidio. Il 9 settembre ci si riunirà per decidere le date delle audizioni, dalla Polizia postale ai gestori fino alle donne vittime. L'intento, spiega la presidente della Commissione Martina Semenzato, è quello di "valutare come attualmente avviene il monitoraggio dei siti e capire se ci sono provvedimenti già in essere che possono aiutare".

"Dalla Polizia postale dobbiamo capire come avviene il monitoraggio. Siamo davanti all'uso improprio degli strumenti tecnologici; dobbiamo fare una riflessione sulle maglie troppo larghe della policy di controllo sui social, dove sono evidenti gli ammiccamenti a pornografia e prostituzione", che "non sono celati", spiega Semenzato. "È necessario poi ascoltare i ministri competenti come Roccella (Famiglia, natalità e pari opportunità, ndr) e Piantedosi (Interno, ndr) e poi tutta una serie di professionisti che stanno facendo un grandissimo lavoro di ricerca, come avvocati, magistrati, e associazioni".

In contemporanea, spiega Semenzato, "la Commissione deve anche analizzare le tante proposte di legge, tutte virtuose - mi pare che siano 8/9 - presentate tra maggioranza e opposizione per trovare una sintesi, che è poi il lavoro della mia Commissione, oppure verificare se ci sono provvedimenti già in essere che possono aiutare". Per Semenzato è altresì necessario "attualizzare le norme per le fattispecie di reato. Perché le norme ci sono, come nel caso del revenge porn che è sanzionato addirittura con una pena fino a sei anni, però non è sanzionata la possibilità che si manipolino le foto". E ancora: "Vogliamo anche sentire chi ha definito quanto accaduto con questi siti una 'goliardata' e le vittime in audizioni pubbliche o secretate nel caso ci fosse la necessità, così come è già avvenuto per gli orfani di femminicidio".

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