Agrigento: vince la causa col Comune dopo 20 anni, ma è morto
Lʼassurda vicenda ha per protagonista un imprenditore di Menfi, ai danni del quale lʼamministrazione sospese, per due anni, i lavori per la costruzione di una piscina

Nel 1997 un imprenditore agrigentino fece causa al Comune di Menfi perché l'amministrazione sospese, per due anni, i lavori per la costruzione di una piscina per la necessità di approvare delle perizie di variante. Ora la Cassazione ha condannato l'ente a risarcire l'impresa. Il proprietario dell'azienda ha avuto così, dopo 20 anni, giustizia ma nel frattempo è deceduto. Per i giudici fu provocato un danno economico alla sua azienda edile.
L'impresa si era aggiudicata l'appalto da 1,5 miliardi di lire nel 1990. Quando i lavori furono bloccati il titolare dell'azienda, Giovanni D'Anna, denunciò un danno economico, considerato che il Comune non gli riconobbe il pagamento di alcune somme relative allo stato di avanzamento delle opere.
Dichiarando illegittima quell'interruzione dei lavori, e dando così ragione all'imprenditore, la Corte d'Appello di Palermo ribaltò la prima sentenza del Tribunale di Sciacca. La Cassazione ha infine confermato la sentenza, sottolineando che il Comune di Menfi "agì con superficialità", condannandolo così a versare le somme dovute alla ditta, nel frattempo lievitate (per gli interessi maturati) a circa 250mila euro. Decisione giunta però giunta dopo la morte di D'Anna, risalente al luglio 2017.
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