L'analisi

Scuola, gli studenti del Sud sono indietro di due anni nell'apprendimento della matematica

Il report "Divari scolastici in Italia. Una indagine sulle differenze di apprendimento nei territori e tra le scuole", promosso da Fondazione Agnelli e Fondazione Rocca, è stato presentato alla Camera dei Deputati, rivela le differenze e tenta di individuare le soluzioni

30 Mag 2025 - 13:08

Chi studia matematica al Sud Italia è indietro di due anni nell'apprendimento rispetto a chi lo fa al Nord. Per chi frequenta un professionale, il divario arriva addirittura a tre anni. È questo il punto di partenza dello studio "Divari scolastici in Italia. Una indagine sulle differenze di apprendimento nei territori e tra le scuole", promosso da Fondazione Agnelli e Fondazione Rocca, presentato giovedì alla Camera dei Deputati. Il report tenta di dare risposte a questo distacco.

L'analisi

 I divari di apprendimento tra gli studenti - rileva l'analisi - non sono solo di tipo territoriale ovvero tra nord e sud ma sono dovuti anche alle differenze "fra le scuole" e "dentro le scuole": ad esempio, a parità di altre condizioni, chi frequenta il liceo classico o linguistico ha uno svantaggio rispetto al liceo scientifico, misurabile in 14 punti Invalsi in matematica in meno. Un rimedio - è stato suggerito dai relatori - potrebbe arrivare da una migliore organizzazione che ogni scuola si dà sulla base degli spazi di autonomia. Ma è necessario anche ripensare la struttura didattica della scuola superiore, per dare a tutti un più robusto e comune livello di competenze di base, indipendentemente dall'indirizzo scelto. "L'indagine - ha detto Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli - ci fa capire più a fondo le cause dei divari di apprendimento, non fermandosi alla manifestazione più visibile: i divari fra i territori. Abbiamo, ad esempio, visto quanto contino nella secondaria di II grado le differenze che dipendono dall'indirizzo di studio. Un impatto eccessivo, che va limitato".

Le ragazze - rileva ancora lo studio - fanno più fatica in matematica ma spiccano in italiano; gli stranieri di prima e seconda generazione soffrono di più in entrambe le materie. Il report ha confermato la forte relazione tra condizioni di contesto socioeconomico e culturale delle Regioni e i relativi risultati di apprendimento. Non è una sorpresa: ma ci sono casi di disallineamento, cioè, di Regioni che - pur con un indice di contesto socioeconomico e culturale simile ad altre - hanno risultati Invalsi, ad esempio, in matematica decisamente più alti (Puglia rispetto alla Campania) o più bassi (Sardegna rispetto all'Abruzzo, Lazio rispetto alle altre regioni del Centro). Ciò dipende - conclude l'analisi - da differenze fra le scuole e all'interno delle scuole. Di qui il suggerimento di una "autonomia accompagnata".

I commenti allo studio

 "La ricerca mostra grandi divari, ma anche che le singole scuole, nella loro autonoma capacità di organizzazione, possono fare la differenza - ha commentato Gianfelice Rocca, presidente di Fondazione Rocca -per la scuola italiana, il tema non è aumentare il numero di insegnanti o di risorse, tra i più alti d'Europa, ma incidere sull'organizzazione". Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, dal canto suo, ha illustrato quanto il dicastero sta facendo e sta ottenendo per diminuire i divari, già scesi in modo significativo, e ha annunciato che l'Intelligenza artificiale per la personalizzazione della didattica, introdotta in 4 regioni, verrà ulteriormente estesa il prossimo anno.

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