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Scuola, protesta in Duomo a Milano con zaini e campanelle: "Basta Dad, per il governo gli studenti non esistono"

In piazza non solo nel capoluogo lombardo: manifestazioni in altre 34 città italiane

Una distesa di cartelle colorate, posate a terra davanti al Duomo di Milano, e il suono di decine di campanelle per chiedere di tornare a scuola in presenza, il prima possibile. Il mondo della scuola (insegnanti, genitori e alunni di ogni età) è sceso in piazza a Milano e in altre 34 città nell'ambito della manifestazione promossa dalla Rete Scuola in presenza per chiedere il ritorno in aula. In particolare a Roma la manifestazione si è svolta in piazza del Popolo, mentre a Trieste la protesta è stata in pizza Unita' d'Italia. 

In piazza Duomo a Milano ragazzi e bambini, accompagnati dai genitori, hanno portato i loro zaini. Su ogni cartella un messaggio per le istituzioni come "per il governo i ragazzi non esistono", "non possiamo più aspettare, la campanella deve suonare", "questo zaino è pieno di rabbia", "basta Dad", per citarne solo alcuni. E poi un grande striscione: "La salute parte dalla scuola", oltre a tanti palloncini bianchi. Un bambino ha anche disegnato se stesso intento a seguire una lezione in dad e sopra di lui un drago sputa fuoco che rappresenta il premier Mario Draghi.

 

Al suono di centinaia di campanelle, agitati dalle mani dei manifestanti, la piazza di Milano ha chiesto di tornare in classe "perche' la scuola si fa in presenza". "Siamo stufi dell'inerzia delle istituzioni su questo tema ancora dopo un anno - ha spiegato Mario Pau, del comitato A Scuola - e vogliamo la garanzia immediata che a breve si torni alla didattica in presenza".

 

Fiammetta, la Dad tra vette e pascoli

 

 

In piazza ci sono le famiglie, mamme e papà che cercano ogni giorno di conciliare la didattica e distanza dei figli con i loro impegni di lavoro. "Quello che dobbiamo tutelare è la salute mentale dei ragazzi - ha spiegato Anna Acuti, mamma di due figli -. I ragazzi in dad sono isolati e alla loro età non va bene". Quello che molti genitori sostengono è che "la scuola non è una fonte di contagio". Una mamma di quattro figli, Selma, ha spiegato: "I miei figli piangono ogni giorno perché gli manca la vita sociale, uno dei miei figli ha perso l'amore per lo studio che prima aveva, perché la dad è frustrante".

 

In piazza anche l'assessore all'Edilizia scolastica del Comune di Milano e maestro elementare, Paolo Limonta: "Voglio che le scuole vengano riaperte dopo Pasqua e non sopporto che i miei bambini mi vedano in classe a fare didattica a distanza mentre loro sono a casa. Poi perè fuori ci sono i marciapiedi pieni e i mezzi pieni e solo loro devono stare a casa".

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