clemenza accolta

Il Presidente Mattarella concede la grazia a quattro condannati: ecco chi sono

Da Massimo Zen, guardia giurata che ha ucciso un ladro, a Gabriele Finotello che ha ucciso il padre. E poi Patrizia Attinà e Ancuta Strimbu, condannate per estorsione e stupefacenti

24 Set 2025 - 20:48
 © Ansa

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Nuovi provvedimenti di clemenza dal Quirinale. Il presidente Mattarella ha firmato decreti di grazia per quattro persone. I casi di due di queste, Gabriele Finotello e Massimo Zen, avevano turbato l'opinione pubblica e provocato l'interesse dei media. Il primo aveva ucciso il padre dopo ripetuti maltrattamenti in famiglia mentre Zen, guardia giurata, aveva ucciso un ladro che fuggiva dopo aver assaltato un bancomat. Estorsione e stupefacenti i reati per cui erano state invece condannate due donne, Patrizia Attinà e Ancuta Strimbu.

Massimo Zen

 Il caso di Massimo Zen conquistò l'onore delle cronache nell'aprile 2017 quando uccise il giostraio Manuel Major mentre stava scappando in auto con due complici. Zen fu condannato a nove anni e sei mesi di reclusione per i delitti di omicidio volontario e cognizione illecita di comunicazioni e sta scontando la pena nel carcere di Verona. Nel concedere la grazia parziale - che ha estinto tre anni e tre mesi della pena detentiva ancora da espiare - il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del parere favorevole espresso dal Magistrato di sorveglianza, dell'intervenuto risarcimento del danno, nella somma concordata con i congiunti della vittima, e delle condizioni di salute del condannato.

Per effetto del provvedimento Zen dovrà espiare una pena non superiore a quattro anni di reclusione e quindi potrebbe accedere all'istituto dell'affidamento in prova al servizio sociale.

Gabriele Finotello

 Fece scalpore e aprì un dibattito etico il caso di Gabriele Finotello, che il 22 febbraio del 2021 uccise il padre Giovanni a martellate. E' stato condannato a 14 anni di reclusione. Anche in questo caso è stato valutato dal Quirinale il contesto dell'omicidio maturato in una difficile situazione familiare nella quale il padre di Gabriele, dipendente dall'alcol, avrebbe più volte maltrattato anche la madre e il fratello.

Secondo gli elementi emersi il giorno dell'omicidio, Gabriele trovò il padre ubriaco e i due avrebbero cominciato a litigare. Il padre avrebbe ricordato al figlio le violenze del passato. Da qui sarebbe partito lo scoppio della violenza e l'omicidio. Dopo l'aggressione, però, Gabriele tentò di aiutare il padre, chiamando i soccorsi e aspettando i carabinieri in casa.

Patrizia Attinà

 Per Patrizia Attinà, condannata alla pena complessiva di due anni, otto mesi e venti giorni di reclusione per i reati di furto ed estorsione, il Quirinale ricorda che si è tenuto conto "del parere favorevole espresso dal Magistrato di sorveglianza, del tempo trascorso dalla commissione dei reati, del perdono concesso dalla persona offesa del reato più grave e delle condizioni di vita e di salute della condannata".

Ancuta Strimbu

 Ancuta Strimbu invece è stata condannata alla pena complessiva di nove anni, sette mesi e diciassette giorni di reclusione per i delitti di estorsione e di violazione della disciplina in tema di sostanze stupefacenti. Per effetto del provvedimento del capo dello Stato all'interessata rimarrà da espiare una pena non superiore a quattro anni di reclusione, limite che consente al Tribunale di sorveglianza l'eventuale applicazione dell'istituto dell'affidamento in prova al servizio sociale.

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