A denunciare la forma di censura subita nella quarta tappa della gara ciclistica la figlia dei proprietari dell'abitazione, Sofia Mirizzi. E la vicenda sfocerà in un'interrogazione parlamentare
"La polizia è salita a casa nostra per chiederci di rimuovere la bandiera della Palestina esposta sul nostro balcone privato. Non stavamo disturbando nessuno. Non stavamo violando alcuna legge. Stavamo semplicemente esercitando il nostro diritto di espressione in uno spazio che ci appartiene. Ci è dato a intendere che la bandiera doveva essere tolta perché il Giro d’Italia sarebbe passato proprio sotto casa nostra e la bandiera sarebbe stata inquadrata dalle telecamere nazionali". Inizia così la denuncia social di Sofia Mirizzi, originaria di Putignano (Bari) ma residente in Gran Bretagna, raccontando quanto accaduto a casa dei genitori. Le sue parole hanno acceso la polemica. "Inquietante", "Fatto gravissimo", i commenti più popolari. E la vicenda finirà alla Camera con un'interrogazione parlamentare.
"Ci chiediamo con preoccupazione - scrive ancora l'autrice del post, che al momento dell'accaduto non era in casa (vive infatti all'estero), - da quando esporre una bandiera che rappresenta un popolo e una causa umanitaria è diventato motivo d’intervento delle forze dell’ordine e in quale momento il sostegno civile e pacifico a un popolo sotto occupazione è diventato un problema di ordine pubblico".
"Siamo profondamente indignati e allarmati, - si legge ancora nel post social corredato dalle immagini della bandiera palestinese esposta al balcone prima della rimozione forzata. - Questo episodio non riguarda solo noi, ma chiunque creda nella libertà di espressione, nei diritti civili e nella possibilità di esprimere solidarietà. Chiediamo chiarezza, rispetto e il riconoscimento di un principio fondamentale in una democrazia: nessuno dovrebbe essere intimidito per aver espresso la propria solidarietà in modo pacifico e legittimo".
La Gazzetta del Mezzogiorno specifica che i poliziotti che si sono presentati a casa dei genitori di Sofia Mirizzi "erano due e si sono rivolti con gentilezza, specificando che il loro non era un ordine". "La coppia, senza venire identificata, - si legge ancora sui media locali - ha accettato di buon grado di rimuovere la bandiera, anche se non hanno ricevuto alcuna spiegazione in merito al regolamento del Giro d'Italia".
"Quanto accaduto a Putignano in occasione del passaggio del Giro d'Italia rappresenta un fatto gravissimo, che non può passare sotto silenzio. La bandiera della Palestina non è un simbolo di odio, ma un gesto di solidarietà verso un popolo martoriato da mesi di bombardamenti e violenze", commentano i Giovani democratici della Puglia, della Terra di Bari e della sezione cittadina di Putignano.
"Riteniamo inaccettabile - aggiungono in una nota, - che in uno Stato democratico si possa impedire, con la forza pubblica, l'espressione pacifica di un'opinione. Non esiste alcuna norma che vieti di esporre bandiere da un'abitazione privata".
"Nessun regolamento, nessuna ragione di 'opportunità televisiva' può giustificare un intervento di questo tipo. Siamo di fronte a un atto di censura preventiva - ritengono i Giovani democratici - che mortifica la libertà d'espressione sancita dalla nostra Costituzione". "Chiediamo - continuano -che venga fatta piena luce su quanto accaduto e che vengano chiarite le responsabilità di chi ha ordinato o eseguito questa imposizione arbitraria. La solidarietà verso la Palestina non può e non deve essere messa a tacere". "Ci uniamo - concludono - alla voce di chi, in queste ore, ha denunciato questo abuso e ribadiamo che continueremo a esporre quella bandiera finché non cesseranno le bombe e non tornerà la giustizia".
"Siamo in tanti e tante, - denuncia anche Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra (Avs), - di fronte alla tragedia di Gaza, a sentire il bisogno morale di fare qualcosa. Ognuno fa quel che può per esprimere il proprio sdegno e manifestare la propria solidarietà. Da Putignano, in provincia di Bari, è passato il Giro d'Italia. Un'occasione per far inquadrare alle telecamere simboli e messaggi a cui teniamo. Sofia ha esposto dal balcone di casa una bandiera della Palestina, in solidarietà con le sofferenze patite dal popolo palestinese, massacrato dal governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu. Sofia e la sua famiglia si sono visti suonare alla porta un funzionario della Polizia, che ha chiesto loro di rimuovere la bandiera prima del passaggio della Carovana rosa. Un episodio inquietante e di enorme gravità, su cui presenteremo un'interrogazione parlamentare".