"Ha adescato il mio ex in chat con un profilo falso, poi ha diffuso le chat e mi pedinava", racconta la donna
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Ha suscitato clamore la vicenda di Prato in cui una donna di 55 anni ha "sedotto" via Instagram un uomo di 30 anni, adescandolo con un profilo falso, e dopo un periodo di sexting ha inviato il materiale "compromettente" alla fidanzata (ora ex) del giovane, alle loro famiglie, a colleghi e amici, finendo anche per pedinare la coppia per porre fine alla loro relazione. Ora parla proprio l'ex fidanzata, vittima del piano della 55enne: "Mi seguiva nei bar, in stazione. Si metteva grandi occhiali neri e mi scattava delle foto. Avevo paura che mi facesse del male".
L'ex fidanzata del giovane spiega che tutto è cominciato "poco prima del lockdown. Vivevo una relazione stabile da sei anni: casa, progetti, viaggi, volevamo dei figli. Poi, un giorno, su Instagram mi arriva un messaggio da un profilo fake", racconta al Messaggero. Chi era? "Una giovane donna appariscente, senza volto nitido, ma costruita con cura maniacale, voleva 'informarmi' che il mio compagno era un traditore, perché lei aveva intrapreso una relazione online con lui, con tanto di foto intime", dice. "Il suo scopo non era avvertirmi, ma separarci. Quando le dissi che i panni sporchi li lavavamo a casa, mi rispose con una frase che mi gelò il sangue: 'Ricordati che solo le montagne non si incontrano'. Lì ho capito che non si sarebbe limitata ai messaggi virtuali", spiega.
"Lei sapeva tutto di noi: dove lavoravamo, i nostri orari, locali che frequentavamo. Il mio compagno era stato ingenuo, si era infatuato di questa 'ragazza', e le aveva raccontato tutto, dandole informazioni personali", spiega l'ex fidanzata al Messaggero. "Abbiamo provato a ricucire il rapporto. Ma lei ha mandato al mio luogo di lavoro una raccomandata con tutti gli screenshot e le immagini hard. I miei colleghi li hanno visti. E non è tutto: tramite centinaia di profili fake, ha contattato familiari e amici", racconta la donna.
"Quando le dissi che i panni sporchi li lavavamo a casa, mi rispose con una frase che mi gelò il sangue: 'Ricordati che solo le montagne non si incontrano'. Lì ho capito che non si sarebbe limitata ai messaggi virtuali", dice l'ex fidanzata. "La cosa più inquietante è che dalla Lombardia veniva fino a Prato a pedinarmi. Insieme al figlio scattava foto di nascosto e poi le pubblicava sui social accompagnate da commenti diffamatori come: 'Le corna te le meriti', 'Gatta morta', 'Sei una burattina, uno zerbino', 'Sei sciatta'. Ero costantemente in allerta, mi guardavo intorno sospettando di chiunque, uomo o donna che fosse".
"Qualche mese dopo, al bar vicino al lavoro, l'ho vista: una donna che mi fissava di continuo, occhiali neri enormi, telefono in mano, pronta a fotografarmi. Ho scattato anch'io una foto e l'ho mandata all'ispettore. Quella sera, tornando in stazione, me la sono ritrovata dietro: mi seguiva", racconta l'ex fidanzata, che in quel momento è subito corsa alla Polfer. Poi, confrontandosi con il compagno, ha capito che era davvero lei.
La 55enne è stata condannata in primo grado dal tribunale di Prato per revenge porn, diffamazione, stalking e sostituzione di persona, per un totale di 2 anni e 4 mesi. Per gli ultimi due reati è stato condannato anche il figlio della 55enne, accusato di aver aiutato la madre nel suo "progetto". Per l'ex fidanzata del giovane, la 55enne non è affatto "una paladina" delle donne: "Una vera donna non distrugge un'altra donna. Lei era accecata dall'ossessione e dalla crudeltà".