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Ponte Genova, tutte le tappe dal crollo del Morandi alla nuova concessione

La tragedia avvenuta alla vigilia di ferragosto 2018, il progetto donato da Renzo Piano alla città di Genova e la bufera sullʼassegnazione ad Autostrade

ponte Genova Morandi

Era il 14 agosto del 2018 quando il ponte Morandi, che collega il centro della città di Genova alla zona portuale, crollò all'improvviso. Il bilancio delle vittime fu di 43 morti e decine di feriti. Dopo quasi due anni e un processo previsto per il 14 luglio, il nuovo viadotto sul Polcevera, che porta la firma dell'archistar genovese Renzo Piano, dovrebbe essere inaugurato nei primi giorni di agosto. Nel frattempo, è bufera sull'annuncio della ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli di affidare la gestione "temporanea" della struttura ad Autostrade per l'Italia. 

Il crollo e i primi soccorsi - Un boato fragoroso seguito da una nuvola di detriti. Queste le parole con cui moltissimi testimoni hanno comunicato l'emergenza alle forze dell'ordine. Erano le 11:36 del 14 agosto 2018 quando il pilone 9 del viadotto implode su sé stesso. Le 400 unità di Vigili del Fuoco che si precipitano sul posto possono solo che constatare una situazione disastrosa. Dopo due giorni di ricerche le vittime confermate saranno 43, i feriti una ventina. Il governo dichiara lo stato di emergenza, l'area sottostante ai piloni 9 e 10 diventa "zona rossa" e vengono evacuate circa 600 persone

 

Le indagini, la concessione ad Aspi e il progetto per ripartire - La reazione politica alla tragedia è immediata: il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli istituisce una commissione ispettiva, mentre da Palazzo Chigi parte la procedura per la revoca della concessione ad Autostrade. Alla base di questa decisione ci sarebbe una grave negligenza negli obblighi di manutenzione da parte della società gestita dalla famiglia Benetton. A nulla serviranno le scuse della società e lo stanziamento di mezzo miliardo di euro da destinare ai parenti delle vittime. 

 

L'assistenza per le famiglie sfollate arriverà in tempo record: sei giorni dopo il disastro, undici nuclei familiari ricevono le chiavi delle prime abitazioni sostitutive. "Ci sarà una casa per tutti entro otto settimane", garantiscono il sindaco di Genova Marco Bucci e il governatore ligure Giovanni Toti. 

 

Il 28 agosto l'architetto genovese Renzo Piano regala alla città un'idea per ricostruire il viadotto. "È un'opera a titolo gratuito, un gesto fatto da senatore, con lo spirito di riappacificare il capoluogo ligure con la politica di Roma". Il progetto verrà presentato nei primi giorni di settembre. 

 

 ponte genova renzo piano

 

Spuntano i nomi nel registro degli indagati - Agli inizi del settembre 2018, la Guardia di Finanza consegna alla procura di Genova un elenco di una trentina di persone che potrebbero avere avuto delle responsabilità per il crollo del viadotto. Sono 13 i soggetti che si sono occupati del progetto di ristrutturazione del viadotto dal 2015. La lista verrà poi estesa a 60 individui. Pochi giorni dopo, vengono iscritte nel registro degli indagati venti persone e la società Autostrade. Le accuse sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.

 

Nei mesi precedenti alla decisione sul futuro del Morandi, la società Autostrade ha presentato un progetto di ricostruzione attuabile in 9 mesi. La proposta scatenò l'ira dei 5Stelle, pur raccogliendo il parere positivo del Comitato sfollati di via Porro. In particolare, l'allora vicepremier Di Maio si disse sicuro che "Autostrade non ricostruirà quel ponte, ma metterà i soldi per farlo". 

 

 

giovanni toti marco bucci

Il Decreto Genova e il Commissario straordinario Bucci - Dopo 30 giorni esatti dal crollo, Il Consiglio dei Ministri risponde con il "decreto emergenze": aiuti alle imprese e ai cittadini coinvolti, istituzione di una zona franca urbana, blocco dei mutui e tagli alle imposte. Per accelerare i tempi di intervento, il sindaco di Genova Marco Bucci viene nominato Commissario straordinario per la ricostruzione. Il dl Genova verrà approvato il 1° novembre alla Camera e 14 giorni dopo in via definitiva al Senato. 

 

Al via i lavori - È il 14 dicembre del 2018 quando il Commissario Bucci firma il decreto con cui assegna l'appalto per la demolizione del viadotto sul Polcevera. I lavori continueranno fino  al 28 giugno 2019, quando le ultime parti ancora in piedi verrano abbattute con un'esplosione controllata. 

 

Nell'ottobre del 2019 nasce  il nuovo ponte Morandi. Viene infatti posato il primo impalcato tra le pile 5 e 6. La ricostruzione è affidata alla cordata pubblico-privata Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr, e vede Renzo Piano come supervisore del progetto.

 

L'ultima campata viene posta in opera il 28 aprile del 2020. La conclusione del tracciato è annunciata dal suono delle sirene del cantiere e da alcune navi alla fonda. "Che questo nastro d'acciaio posso finalmente riunire le due parti della valle di ponente e di levante.", ha commentato il sindaco Bucci, "Ricorderemo per sempre le vittime di questa tragedia".

 

genova ponte 

 

La fine dei lavori è prevista entro il mese di luglio, mentre l'inaugurazione verrà celebrata nella prima metà del mese di agosto. All'evento saranno presenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte 

 

La decisione della Consulta e la bufera sulla gestione - 8 luglio 2020: nello stesso giorno in cui la Corte Costituzionale ha decretato la legittimità dell'esclusione di Aspi dai lavori di ricostruzioni, la ministra per le Infrastrutture De Micheli ha sollevato numerose polemiche annunciando che la società dei Benetton gestirà il nuovo viadotto. "Ho scritto a Bucci che la gestione andrà al concessionario, ma c'è ancora l'ipotesi di revoca". ha fatto sapere De Micheli.

 

Immediata la risposta dei 5Stelle. Per Di Maio "la questione va risolta subito. Avevamo fatto una promessa alle famiglie delle vittime e va mantenuta". Parere contrario anche del capo politico del MoVimento Vito Crimi: "Non lo permetteremo". Parole dure arrivano dal presidente della Liguria Giovanni Toti: "Due anni di latrati, manette e minacce e infine il ponte viene restituito in mano a chi ancora la concessione". 

 

Dopo le molte critiche ricevute, il premier Conte ha annunciato che porterà "il dossier in Consiglio dei Ministri. La decisione va condivisa con tutto il governo, ma finché non c'è una revoca, la gestione non può che essere affidata al concessionario". 

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