Il Parco di Pinocchio a Collodi
© Ufficio stampa
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Le difficoltà finanziarie in cui versa l'ente hanno reso il burattino moroso, l'appello della lista civica "Pescia Cambia" per salvarlo e la pronta replica dell'Amministrazione: "Cercheremo una soluzione"
© Pinocchio - Fondazione Nazionale Carlo Collodi
Di nuovo guai con la "giustizia" per il burattino di legno più famoso al mondo. Non bastavano le avventure già narrate nel celebre romanzo, per Pinocchio si apre una nuova pagina: non paga la Tari e il Comune di Pescia (Pistoia), pignora i suoi conti. O meglio, pignora i conti della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, che così rischierebbe la chiusura. A lanciare l'allarme dalla sua pagina Facebook è la lista civica "Pescia cambia", che attacca l'amministrazione: "Pescia e Collodi non possono permettersi di perdere anche la Fondazione Collodi e la chiusura del Parco di Pinocchio e del Giardino Garzoni". Pronta la replica del vicesindaco: "Cerchiamo una soluzione".
"E' fuori discussione - scrive il movimento politico locale - che le tasse, in questo caso la Tari, debbono essere pagate, ma forse, prima di procedere al pignoramento dei conti, sarebbe stato opportuno chiedere spiegazioni alla Fondazione stessa. Il Comune di Pescia avrebbe magari scoperto le difficoltà finanziarie in cui si trova la Fondazione dopo due anni di Covid e un anno di chiusura del ponte di Ponte all'Abate, con la conseguenza di un crollo delle presenze e degli incassi. Niente confronti e si procede al pignoramento".
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Da qui l'appello pubblico a salvare Pinocchio e il suo Parco. "Il pignoramento dei conti impedisce alla Fondazione il pagamento dei fornitori e degli stipendi e quindi mette a rischio la continuazione dell'apertura del parco di Pinocchio in uno dei periodi di maggior presenza dei visitatori, un potenziale danno di immagine pesantissimo. Per questo siamo costretti a rendere pubblica la situazione e soprattutto la richiesta di una immediata soluzione, visto che Pescia e Collodi non possono permettersi di perdere anche la Fondazione Collodi e la chiusura del Parco di Pinocchio e del Giardino Garzoni", è la conclusione.
Ma il Comune respinge l'attacco, assicurando di aver sempre cercato la mediazione con la Fondazione. A darne assicurazione su Il Tirreno è il vicesindaco Luca Tridente. "Si è trattato di semplice applicazione della legge, - risponde - dal momento in cui non è stato rispettato l'accordo transattivo. Ciò non di meno da parte del Comune c'è sempre stata e continua ad esserci una disponibilità a trovare un accordo. Non c'è nessuna volontà di penalizzare o perseguitare la Fondazione. Anche stavolta cerchiamo una soluzione".
Sui media locali l'annosa vicenda è stata ben riassunta: "Il mancato rispetto da parte della Fondazione, - si legge su Il Tirreno - delle condizioni contenute nell'accordo conciliativo sottoscritto col Comune di Pescia nel settembre del 2024 relativo alla rateizzazione della Tari non pagata a cui si è giunti a seguito del ricorso della Fondazione in commissione tributaria, prevedeva che l'ente rimborsasse una somma di 300mila euro in luogo degli oltre 700mila spettanti, tramite un pagamento rateale".
"La Fondazione però - scrive Il Tirreno - non ha onorato le condizioni dell'accordo transattivo causando il decadimento dello stesso e la procedura esecutiva da parte del Cosea, che in quanto ente riscossore del servizio rifiuti urbani per conto del Comune di Pescia può ottenere coattivamente il soddisfacimento del proprio diritto".
Non resta che attendere a breve una nuova avventura di Pinocchio, che sia sempre a lieto fine.