LA STORIA DI MATTIA GOZZO

Ucraina, 33enne italiano riesce a fuggire con la famiglia: rischiava di essere arruolato

Mattia Gozzo è riuscito a lasciare il Paese il 24 febbraio assieme alla sua famiglia, mentre l'invasione russa provocava terrore e distruzione. Nel Paese dell'Est Europa, il giovane dirigeva un'accademia di calcio

07 Mar 2022 - 16:45
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L'esplosione del conflitto in Ucraina ha provocato dolore e terrore, ma ha anche regalato storie di resistenza e tenacia. Tra queste c'è la vicenda del 33enne Mattia Gozzo, originario di Torino e residente in Ucraina, riuscito a fuggire e a tornare in Italia con la moglie e la figlia di 11 anni. I tre sono arrivati in Piemonte domenica mattina, dopo un viaggio di quattro giorni. Alle spalle si sono lasciati un Paese devastato da esplosioni e distruzione e il rischio di arruolamento nelle forze armate ucraine. "Ora siamo pronti ad aiutare chi vuole andare via da lì", ha dichiarato Gozzo.

In un'intervista a La Repubblica, il 33enne ha raccontato: "Erano le 4:30 del 24 febbraio, ci hanno svegliato i rumori delle bombe e abbiamo capito che dovevamo andarcene. Il cielo era cupo vicino a Irpin, a 20 chilometri dal centro di Kiev. Vedevamo i flash continui nell'aria ma niente di più, sentivamo solo i frastuoni delle bombe e degli aeroplani. Non avremmo visto neanche un missile arrivare con quel cielo, saremmo morti. Così con mia moglie Laryssa abbiamo deciso di partire".

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L'incubo della guerra - "Mi sveglio ancora alle 4 e quando passa un aeroplano scatto, non è per fare la vittima, ma è automatico. Poi mi ricordo che sono a Torino, a casa dei miei genitori. E che la paura piano piano passerà. Ora dobbiamo ricostruire il nostro futuro", ha affermato ancora Mattia Gozzo. Dall'Ucraina è fuggito coi suoi cari su un bus preso al volo. "Non potevamo perderlo. A Kiev c'erano già i carri armati che non facevano passare".

Il rischio di arruolamento - Durante il viaggio in pullman, a Mattia sono stati controllati i documenti. Ha dovuto spiegare che è cittadino italiano e che stava tornando a casa per salvare la mia famiglia. "Se devo combattere, lo faccio per il mio Paese, l'Italia, ma dato che l'Ucraina mi ha ospitato e dato tanto, sarei tornato. Prima però dovevo portare in salvo mia moglie e la mia bambina, spero però non sia necessario".

Allenatore di calcio in terra ucraina - Il 33enne si era trasferito in Italia seguendo la sua grande passione: il calcio. Dopo aver giocato in Italia, è finito a fare l'allenatore in Ucraina, dove ha aperto un'accademia di calcio "Atletico Tricolore". "Tanti genitori si sono affidati a me. Allenavo bambini dai 3 ai 18 anni, ma a febbraio alcuni hanno iniziato ad andare via. 'Andiamo in Europa, abbiamo paura', mi dicevano".

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