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Torino, buste con minacce alla Lavazza, alla Ferrero, alla Vergnano ed alla Illy

La missiva, scritta in inglese, è stata spedita alla Lavazza dal Belgio assieme a una bustina di plastica contenente polvere verde. La richiesta:"Soldi o inquiniamo il caffè"

Torino, buste con minacce alla Lavazza, alla Ferrero, alla Vergnano ed alla Illy - foto 1
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Una busta, con un messaggio di minacce, è stata recapitata alla "Nuvola", il quartier generale della Lavazza, a Torino.

Indaga la Digos che esclude per ora la pista anarchica. All'interno del plico c'era una bustina di plastica con polvere verde e una richiesta di soldi per non inquinare il caffè. La lettera, spedita dal Belgio, è scritta in inglese. Buste sospette anche alla Ferrero, alla Illy, alla Vergnano ed a un'azienda di cosmesi lombarda.

Torino, lettera di minacce alla Lavazza

Secondo il 118, alcuni dipendenti hanno lamentato disturbi alle vie respiratorie. Sul posto sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e Digos. Il caso sembra totalmente differente da quelli delle lettere indirizzate al sindaco di Torino, Chiara Appendino, e al capogruppo della Lega alla Circoscrizione 6, Alessandro Sciretti.

Buste sospette anche alla Ferrero, alla Illy e alla Vergnano - Una busta sospetta, del tutto simile a quella ricevuta alla Lavazza, è arrivata allo stabilimento della Ferrero, ad Alba (Cuneo). All'interno una polvere che verrà fatta analizzare. La produzione industriale non è stata interrotta. Un'altra busta ancora è arrivata giovedì allo stabilimento Caffè Vergnano di Santena (Torino) e una alla Illy.

La lettera alla Lavazza - "In questa busta - si legge nella lettera - troverete oleandrina, un tipo di veleno molto pericoloso. Se lo fate analizzare, vedrete che non è uno scherzo. Non vi fate ingannare dall'aspetto: diluito o meno, il veleno è molto efficiente. Come saprete è molto semplice introdurre un po' di veleno, in polvere o liquido, in uno dei vostri prodotti che si trovano sugli scaffali dei supermercati. Riuscite ad immaginare gli effetti disastrosi, per l'immagine della vostra compagnia, se i clienti iniziassero a morire avvelenati. Quindi, pensateci. Qual è il vostro vantaggio? O perdete 300mila euro (e per voi non è nulla) o perdete irrimediabilmente la vostra reputazione?". Gli autori della lettera si presentano "come persone serie". "Non siamo terroristi, malati di mente - scrivono - ma uomini d'affari...".