Rapina nella villa di Marchisio a Vinovo, l'ex calciatore: "Ci puntavano le pistole alla testa"
Lʼex centrocampista della Juventus ripercorre gli attimi di paura vissuti quando cinque malviventi si sono introdotti nella sua abitazione alle porte di Torino
"E' stata tosta perché due pistole vere non le avevo mai viste e le avevamo puntate alle testa".
Inizia così il racconto di Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juventus, sulla rapina compiuta nella sua villa di Vinovo, in provincia di Torino. Il calciatore, che si è ritirato il 3 ottobre, si trovava in casa con la moglie Roberta, quando cinque malviventi hanno fatto irruzione: "Mi chiedevano della cassaforte, ma noi non ce l'abbiamo".
Al Corriere della Sera, Marchisio racconta il terrore provato in quei momenti: "Avevo paura per me, per mia moglie Roberta e ringraziavo il cielo che in casa non ci fossero i nostri figli". I bambini della coppia erano infatti a giocare a pallone, spiega l'ex calciatore, e dovevano rientrare in casa intorno alle 20 accompagnati dal nonno.
Nonostante le pistole puntate alle testa, la coppia è riuscita a rimanere lucida, atteggiamento che probabilmente ha contribuito a fare in modo che la rapina non si trasformasse in una tragedia: "Di questa brutta esperienza - conclude Marchisio - mi rimane il ricordo dei momenti di paura, quando neppure sai cosa accada nel tuo corpo, ma riesci a stare tranquillo, anche con una pistola puntata contro".
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