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Pesaro, a tre anni cadde al parco giochi: risarcito dopo venti anni

L'incidente, in cui il piccolo si ruppe l'omero con 40 giorni di inabilità assoluta, risale al settembre 2005. Dopo una lunga vicenda giudiziaria finalmente la sentenza: "La struttura non era a norma"

04 Nov 2025 - 10:56
 © Ansa

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Il primo novembre la Corte di Appello di Ancona ha depositato la sentenza che mette fine alla lunghissima vicenda giudiziaria che vede come protagonisti da un lato una madre e il figlio, dal lato opposto il Comune di Pesaro, come controparte. Una vicenda durata 20 anni e che ha avuto inizio nel mese di settembre del 2005, quando un bimbo di tre anni, ora 23enne, cadde da una struttura esagonale all'interno di un parco giochi per piccoli, rompendosi l'omero sinistro, con quaranta giorni d'inabilità assoluta, ventotto parziale e postumi permanenti al 3 per cento.

Struttura non montata a norma

 Come riporta il Resto del Carlino, quando la madre fece causa al Comune, dopo l'incidente, iniziò un lungo procedimento giudiziario che inizialmente penalizzò la donna. "In primo e secondo grado, il Comune ne uscì indenne. Poi la Cassazione, nel 2023, ha rimesso tutto in discussione: prima di assolvere il Comune, disse, bisogna guardare se il parco era davvero a norma", scrive il quotidiano. A quel punto, fatti i dovuti controlli, è saltata fuori la sorpresa: la struttura non era a norma. "Secondo i tecnici, era montata 20-30 centimetri più in alto del previsto e poggiava su un terreno con un avvallamento di dieci centimetri".

Il risarcimento

 La Corte di Appello di Ancona, alla luce delle novità, ha stabilito che metà delle colpe sono del Comune per le "anomalie" e metà della madre che avrebbe dovuto vigilare meglio. Il risarcimento che l'ente deve al ragazzo, una somma simbolica, è di 6.014,50 euro e di 720,80 euro alla madre, più rivalutazione e interessi. I giudici hanno sottolineato che "il Comune aveva il dovere di assicurare la corretta posa in opera e la manutenzione dei giochi pubblici: le strutture vanno controllate, livellate e rese sicure nel tempo". Quello che è emerso inoltre è che alla base della struttura mancava anche la messa a terra di un tappetino anti-urto. Un area giochi, insomma, che era più simile a un piccolo campo d'esercitazione militare.

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