"uno scandalo"

Il Papa: l'uso della fame come arma di guerra è un crimine

Le parole del Santo Padre alla Fao: "Uno scandalo a cui va posto rimedio"

16 Ott 2025 - 12:43

Il Papa è tornato a condannare "l'uso del cibo come arma da guerra" riemerso "negli scenari dei conflitti attuali. E nel discorso alla Fao ha sottolineato che "sembra allontanarsi sempre più quel consenso espresso dagli Stati che considera un crimine di guerra la fame deliberata, come pure l'impedire intenzionalmente l'accesso al cibo a comunità o interi popoli". Anche se "il diritto internazionale umanitario vieta senza eccezioni di attaccare civili e beni essenziali per la sopravvivenza delle popolazioni", ha proseguito, con dolore "siamo testimoni dell'uso continuo di questa crudele strategia che condanna uomini, donne e bambini alla fame": uno "scandalo" al quale va posto rimedio.

La comunità internazionale non volti le spalle

 Sulla lotta alla fame nel mondo "la comunità internazionale non può voltarsi dall'altra parte. Dobbiamo fare nostro il loro dolore", ha detto quindi Leone XIV. "Come possiamo dimenticare tutti coloro che sono condannati alla morte e alla sofferenza in Ucraina, Gaza, Haiti, Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana, Yemen e Sud Sudan, per citare solo alcuni dei luoghi del pianeta in cui la povertà è diventata il pane quotidiano di tanti nostri fratelli e sorelle?", ha chiesto il Pontefice, che ha poi aggiunto: "Non possiamo aspirare a una vita sociale più giusta se non siamo disposti a liberarci dall'apatia che giustifica la fame come fosse una musica di sottofondo alla quale ci siamo abituati, un problema irrisolvibile o semplicemente una responsabilità altrui. Non possiamo chiedere agli altri di agire se noi stessi non rispettiamo i nostri impegni. Con la nostra omissione diventiamo complici della promozione dell'ingiustizia. Non possiamo sperare in un mondo migliore, in un futuro luminoso e pacifico, se non siamo disposti a condividere ciò che noi stessi abbiamo ricevuto. Solo allora potremo affermare — con verità e coraggio — che nessuno è stato lasciato indietro".

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