L'omelia del Santo Padre

Papa Leone: "I popoli schiacciati dall’indifferenza, i governi non usino la ricchezza per fare armi"

Durante la messa nella parrocchia vaticana di Sant'Anna, il Pontefice ha lanciato un appello ai governanti, denunciando l'uso distorto della ricchezza e l'indifferenza verso i popoli in difficoltà

21 Set 2025 - 10:53
 © Ansa

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In un'omelia dai toni forti e profondamente sociali, Papa Leone XIV ha scelto la parrocchia di Sant'Anna, nel cuore del Vaticano, per rivolgere un monito ai governanti e ai fedeli. Un messaggio chiaro contro l'indifferenza e l'abuso della ricchezza, trasformata - secondo le sue parole - in "armi che distruggono" e strumenti di dominio. Il Papa ha parlato anche della necessità di riscoprire la giustizia e la solidarietà come valori fondamentali per affrontare un'epoca minacciata da guerre e diseguaglianze crescenti.

Il Papa alla parrocchia di Sant'Anna: "Non siamo remissivi"

 La celebrazione si è svolta nella chiesa di Sant'Anna, affidata alla comunità agostiniana e situata all'interno delle mura vaticane. È qui che Papa Leone XIV ha pronunciato parole nette contro la passività di fronte al dolore e alle ingiustizie. "Interi popoli vengono oggi schiacciati dalla violenza e ancor più da una spudorata indifferenza, che li abbandona a un destino di miseria", ha detto durante l'omelia.
Il Pontefice ha ribadito il ruolo attivo della Chiesa nei contesti di crisi globale, affermando: "Non vogliamo essere remissivi, ma annunciare con la parola e con le opere che Gesù è il Salvatore del mondo, Colui che ci libera da ogni male". Le sue parole si inseriscono in un filone di interventi sempre più frequenti con cui il Papa richiama le responsabilità morali e politiche dei credenti e dei decisori pubblici.

L'appello ai governanti: "Liberi dalla tentazione delle armi"

 Uno dei passaggi più significativi dell'omelia ha riguardato il rapporto tra ricchezza e potere. "La Chiesa prega perché i governanti delle nazioni siano liberi dalla tentazione di usare la ricchezza contro l'uomo, trasformandola in armi che distruggono i popoli e in monopoli che umiliano i lavoratori", ha ammonito Papa Leone XIV.
Un'esortazione che, pur senza riferimenti politici espliciti, si rivolge chiaramente a un mondo in cui il riarmo globale e le disuguaglianze economiche continuano ad alimentare conflitti e tensioni. "Chi serve Dio diventa libero dalla ricchezza, ma chi serve la ricchezza ne resta schiavo", ha aggiunto il Pontefice, sottolineando come l'avidità possa distorcere le finalità del potere e portare a scelte distruttive.

Ricchezza e giustizia: due visioni opposte del potere

 L'omelia ha anche posto l'accento sulla necessità di trasformare la ricchezza in uno strumento di giustizia, non di dominio. "Chi cerca la giustizia trasforma la ricchezza in bene comune; chi cerca il dominio trasforma il bene comune nella preda della propria avidità", ha affermato Papa Leone XIV.
Il messaggio è stato declinato anche in chiave evangelica, con riferimento alla parabola dell'amministratore disonesto. Il Pontefice ha avvertito: "La sete di ricchezza rischia di prendere il posto di Dio nel nostro cuore, quando riteniamo che sia essa a salvare la nostra vita... ma senza Dio non possiamo vivere bene". Con queste parole, il Papa invita a una riflessione profonda sull'equilibrio tra benessere materiale e valori spirituali, evidenziando come la ricchezza, se usata male, possa diventare una trappola.

Una Chiesa presente tra i popoli schiacciati dalla violenza

 L'intervento di Papa Leone XIV si colloca in un momento storico segnato da forti instabilità geopolitiche e crisi sociali. La sua omelia non si è limitata a un richiamo spirituale, ma ha assunto un significato chiaramente etico e universale. Nel denunciare l'indifferenza che colpisce i popoli sofferenti, il Papa ha voluto riaffermare la missione della Chiesa: essere presente, solidale e profetica, anche nelle situazioni più difficili. "Gesù è Colui che ci libera da ogni male", ha ricordato, ponendo la figura del Salvatore al centro di una speranza che si traduce in azione concreta.

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