Nello Donnarumma firma un'ordinanza contro le "molestie olfattive" provenienti da cucine e abitazioni: multe fino a 500 euro
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Il sindaco di Palma Campania, Nello Donnarumma, ha emesso l'ordinanza n. 105 per vietare le "molestie olfattive" su tutto il territorio comunale. Il provvedimento, firmato il 6 maggio 2025, prevede sanzioni fino a 500 euro per emissioni di odori molesti provenienti da attività commerciali, laboratori, cucine e abitazioni private, soprattutto quelle dedite alla preparazione, cottura o conservazione di cibi.
Donnarumma ha dichiarato su Facebook: "Si tratta di un provvedimento necessario e urgente adottato a seguito delle numerose segnalazioni pervenute e volto a tutelare salute pubblica e vivibilità urbana prima che il fenomeno diventi una vera e propria emergenza." Ha aggiunto: "Perché siamo convinti che una Città che rinuncia a difendere la qualità dell'aria rinuncia a difendere la dignità dei suoi cittadini".
L'ordinanza ha suscitato polemiche, poiché sembra indirizzata principalmente alla numerosa comunità bengalese di Palma Campania, composta da circa 2.000 persone. Negli ultimi anni, i cittadini del Bangladesh hanno aperto ristoranti, gastronomie e negozi di alimentari, contribuendo alla diversità culturale e culinaria della zona. Tuttavia, l'uso intensivo di spezie e aromi nella cucina bengalese ha portato a lamentele da parte di alcuni residenti, che lamentano odori persistenti e fastidiosi.
L'assessore all'immigrazione, Giuseppe Ferrante, ha dichiarato: "Non escludiamo di dotare la polizia municipale di misuratori olfattometrici, ma in ogni caso molte sentenze della Cassazione hanno decretato che i pubblici ufficiali possono agire anche in casi di evidenza oggettiva, senza ricorrere necessariamente a strumenti".
Non è la prima volta che l'amministrazione comunale adotta misure contro la comunità bengalese. Nel 2014, l'allora sindaco Vincenzo Carbone emise un'ordinanza per vietare ai cittadini di sputare a terra, con multe tra i 25 e i 500 euro, riferendosi in particolare ai bengalesi. Le reazioni sui social media sono state immediate. Molti utenti si chiedono come verranno misurati gli odori molesti e se l'ordinanza non sia un pretesto per discriminare la comunità bengalese. Alcuni sottolineano che altri odori, come quelli derivanti dallo sversamento illegale di rifiuti, sono altrettanto fastidiosi ma non oggetto di simili provvedimenti.
L'ordinanza solleva questioni legali e sociali. Da un lato, il diritto alla salute e alla vivibilità urbana; dall'altro, il rischio di discriminazione e stigmatizzazione di una comunità specifica. Organizzazioni per i diritti civili e associazioni di immigrati stanno valutando azioni legali contro l'ordinanza, ritenuta da alcuni un atto di "caccia al bengalese".
In Italia, le molestie olfattive non sono sempre regolate da leggi specifiche, ma possono rientrare nell’articolo 844 del Codice Civile, che disciplina le immissioni intollerabili di fumo, gas, odori e rumori. Il criterio adottato è quello della “normale tollerabilità”, da valutarsi caso per caso, anche in base al contesto abitativo.
Sebbene manchi una soglia numerica stabilita per legge, la giurisprudenza italiana ha riconosciuto la possibilità di intervenire nei confronti di ristoranti o cucine etniche che generano odori persistenti e fastidiosi, soprattutto se disturbano i vicini o compromettono la vivibilità dell’ambiente urbano.
Il misuratore olfattometrico è uno strumento tecnico utilizzato per quantificare la concentrazione e l’intensità degli odori. Il sistema necessita di una calibrazione che si effettua prelevando un campione d’aria e sottoponendolo a un gruppo di persone addestrate (panel), che ne valutano soggettivamente l’intensità. È utilizzato principalmente in ambito industriale e ambientale.
Secondo diverse sentenze della Corte di Cassazione, è legittimo intervenire in caso di emissioni olfattive anche senza strumenti di misurazione, purché vi siano elementi oggettivi e riscontri da parte di pubblici ufficiali o più soggetti. Questo orientamento rafforza l’efficacia delle ordinanze comunali in materia.
Le molestie olfattive rientrano nell’ambito della percezione soggettiva e spesso non hanno un impatto diretto sulla salute, mentre l’inquinamento atmosferico è determinato dalla presenza di sostanze chimiche o particelle nocive e viene misurato da centraline ARPA. Entrambe le problematiche incidono sulla qualità dell’ambiente urbano, ma con approcci normativi distinti.
Negli ultimi anni, alcune amministrazioni locali hanno emesso provvedimenti simili a quello di Palma Campania. A Firenze e Verona, ad esempio, sono state varate ordinanze per limitare le aperture di nuovi ristoranti etnici nei centri storici, con la motivazione della “tutela del decoro urbano”. Tali iniziative sono state spesso oggetto di polemica per il rischio di discriminazione culturale.