Polemiche a Monfalcone (Gorizia), il sindaco vieta le preghiere islamiche in un piazzale: "È un'area di cantiere"
Già a metà novembre, Anna Maria Cisint aveva inibito le cinque salat quotidiane e la preghiera collettiva del venerdì nei due centri culturali islamici in via Duca d'Aosta e Don Fanin
Nuove polemiche a Monfalcone (Gorizia) dove una nuova ordinanza del Comune, guidato dal sindaco Anna Maria Cisint (Lega), ha vietato le preghiere islamiche nel piazzale di un'area di cantiere. Lo riporta il Piccolo. Cisint, sempre con un'ordinanza, a metà novembre aveva inibito le cinque salat quotidiane e la preghiera collettiva del venerdì nei due centri culturali islamici in via Duca d'Aosta e Don Fanin.
"Divieto di utilizzo dell'immobile"
Negli ultimi anni l'area, un vecchio discount dismesso e passato nel 2017 al Circolo culturale Baitus Salat, aveva ospitato negli spazi esterni ramadan e festa del sacrificio. Ora obiettivo del circolo era spostare la preghiera dal centro Don Fain al piazzale dell'ex supermercato. Ma una nuova ordinanza comunale dirigenziale, considera l'area agli effetti di legge un "cantiere edile sospeso a tempo indeterminato" e dispone i divieti "di utilizzo dell'immobile" e "di accesso ai soggetti non autorizzati". Da considerarsi cantiere pure l'area pertinenziale, preclusa quindi la preghiera.
Le reazioni
"Le scelte politiche della sindaca Cisint di Monfalcone sono anticostituzionali, perché discriminatorie e violano gli articoli 3, 8 e 19 della Costituzione sui diritti fondamentali come quello di professare la propria religione anche in forma associata", ha osservato il consigliere regionale Furio Honsell (Sinistra Open Fvg). "Honsell critica la Cisint? Da che parte stanno lui e la sinistra regionale? Da quella dei talebani, di Hamas, di chi vieta i diritti civili alle donne, di chi vieta di portare un crocifisso?", replica il senatore e segretario regionale Lega Fvg, Marco Dreosto.
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