Hanno aggredito un imprenditore a pochi passi dall'ufficio, gli uomini sono stati bloccati in autostrada con refurtiva e targa falsa
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Una rapina in pieno giorno, un'aggressione brutale, un inseguimento e un colpo fallito grazie alla reazione della vittima e all’intervento tempestivo della polizia. È quanto accaduto giovedì scorso a Padova, dove tre uomini, tutti pregiudicati in "trasferta" da Napoli, hanno tentato di sottrarre un orologio di lusso, dal valore stimato di 80mila euro, a un imprenditore 46enne. La vittima, un imprenditore padovano, era appena uscito dal suo ufficio per la pausa pranzo e stava raggiungendo un bar a piedi, quando è stato affrontato da due uomini in sella a una moto di grossa cilindrata. Dopo avergli tagliato la strada, il passeggero è sceso e lo ha colpito ripetutamente con calci e pugni nel tentativo di strappargli l’orologio dal polso. Nonostante la violenza dell’attacco, l'uomo è riuscito a resistere, mentre alcuni passanti cominciavano ad avvicinarsi alla scena.
Disturbati dalla presenza dei testimoni, i due aggressori sono fuggiti verso il casello autostradale di Padova Ovest, dove li attendeva un complice a bordo di un'auto. La polizia, che già stava seguendo la pista di un furto avvenuto il giorno prima a Bologna, è riuscita a intercettarli. Due sono stati fermati nei pressi del casello, il terzo poco più tardi. All'interno dell’auto, nascosti tra la scocca e l'abitacolo, gli agenti hanno trovato otto orologi rubati a un rappresentante orafo nel furto bolognese, e altri due al polso degli arrestati.
Oltre agli orologi, gli agenti hanno rinvenuto anche una targa riprodotta per coprire quella originale della moto usata durante la rapina, indumenti da motociclista e giubbotti tecnici. I tre arrestati - di 47, 48 e 66 anni - risultano tutti con numerosi precedenti penali. Il primo, che avrebbe dovuto trovarsi agli arresti domiciliari a Lucca per un furto avvenuto a Pietrasanta, è anche coinvolto in rapine precedenti in Toscana e Liguria. Anche il secondo uomo era evaso dai domiciliari. Il terzo, il più anziano, ha condanne per furto che risalgono addirittura al 1980. Dopo l'interrogatorio in Questura, i tre sono stati condotti nella casa circondariale di Padova, in attesa della convalida dell'arresto