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Padova, l'anestesista simbolo della lotta al Covid sospeso perché no vax

La compagna gli aveva dedicato una lettera su Facebook per il suo impegno in corsia durante la prima ondata. Nessuna dichiarazione da parte dell'uomo sulla decisione di non vaccinarsi

covid terapie intensive
Ansa

Era diventato un simbolo della lotta al Covid durante i tempi più bui della pandemia, quelli della prima ondata, ora invece il suo nome è finito tra i no vax. Ha del paradossale la storia di Alessio Scatto, l'anestesista di Padova, che - riporta "Il Mattino di Padova" - è stato sospeso dall'Azienda Ospedale Università di Padova perché non vaccinato contro il Covid.

Dal 10 settembre, Scatto - come si legge nell'Ordine dei Medici di Venezia, dove è iscritto dal1996 - non può più esercitare la professione di anestesista almeno fino al 31 dicembre 2021. Proprio quella professione che a marzo 2020 gli aveva fatto guadagnare la fama di eroe, per il suo impegno tra le corsie del reparto di Terapia intensiva Covid dell'ospedale.

 

A renderlo famoso aveva contribuito la lettera di incoraggiamento che la compagna gli aveva dedicato su Facebook: "Ti vedo in quel reparto, con quella tuta... il caldo, la fatica, la tensione... e non ti ho mai visto più bello". Parole piene di amore e orgoglio che ora rendono la scelta dell'uomo ancora più difficile da comprendere.

 

L'anestesista sembra però fermo nella sua della sua decisione: lui - come gli altri 86 operatori dell'azienda ospedaliera sospesi perché non ancora vaccinati - sono stati più volti richiamati dall'Usl prima di ricevere il provvedimento. Eppure, stando alle parole della compagna, Scatto aveva paura del Covid: "Per la prima volta nella mia vita l’ho visto spaventato", aveva raccontato all’epoca, "Alessio per carattere si agita poco, è in grado di gestire momenti molto difficili, anche grazie al suo lavoro. Questa volta invece l’ho visto preoccuparsi giorno dopo giorno per una situazione che appariva sempre più grave".

 

Non si conoscono le motivazioni dietro la scelta: Scatto non ha voluto - riporta ancora "Il Mattino di Padova" - rilasciare dichiarazioni. Ora resta da vedere se l'uomo rimarrà fermo nella sua posizione o, come hanno già fatto nell'ultima settimana cinque suoi colleghi sospesi, cambierà idea e acconsentirà a vaccinarsi per quel virus contro il quale aveva lottato con tanto impegno e fatica.

 

 

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