Consegnato ai legali un hard disk con le analisi genetiche raccolte per individuare "Ignoto 1", la prova chiave che portò alla condanna definitiva del muratore di Mapello
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Dopo sei anni di attesa, la difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, ha ottenuto le copie integrali delle analisi genetiche effettuate durante le indagini. Il materiale, consegnato in un hard disk, comprende gli elettroferogrammi, i grafici delle tracce di Dna e la documentazione fotografica realizzata dai carabinieri del Ris di Parma. Si tratta delle analisi che portarono all'identificazione del profilo genetico denominato "Ignoto 1", poi attribuito a Bossetti e considerato la prova determinante nei processi per l'omicidio della tredicenne di Brembate Sopra.
Secondo quanto riferito, il supporto informatico ritirato dalla difesa contiene migliaia di campioni genetici raccolti durante la lunga fase investigativa. Le copie erano state richieste più volte dai legali del muratore di Mapello, che sostengono di voler sottoporre i dati a nuove verifiche indipendenti. Gli avvocati di Bossetti hanno precisato che le operazioni di analisi richiederanno diversi mesi, vista la complessità e la quantità dei materiali ricevuti.
Le indagini sul Dna rappresentarono un punto di svolta nel caso Yara. Dopo la scomparsa della ragazza, avvenuta il 26 novembre 2010, e il ritrovamento del corpo tre mesi più tardi in un campo di Chignolo d'Isola, gli investigatori raccolsero migliaia di campioni genetici nella zona. Proprio da quel lavoro emerse il profilo denominato "Ignoto 1", isolato sugli indumenti della vittima. Grazie a un imponente lavoro di confronto genealogico, gli inquirenti risalirono a Bossetti, individuandolo come portatore di quel profilo genetico.
La consegna del materiale genetico consente ora ai difensori di effettuare una revisione approfondita degli esami che portarono alla condanna. "Ci vorranno mesi per analizzare tutto", ha dichiarato l'avvocato Claudio Salvagni, che da anni chiede di poter riesaminare i reperti. L'obiettivo è verificare la correttezza delle procedure seguite e la solidità dei risultati ottenuti dai Ris. Non è escluso che, al termine delle analisi, la difesa possa presentare nuove istanze alla magistratura competente.
Massimo Bossetti è stato arrestato nel 2014 e successivamente condannato all'ergastolo in via definitiva nel 2018 per il sequestro e l'uccisione di Yara Gambirasio. Tutti i gradi di giudizio hanno confermato la piena responsabilità dell'imputato, fondandosi in gran parte sull'esame del Dna. Nel corso degli anni la difesa ha avanzato più volte richieste di revisione, respinte dai tribunali.
Il caso di Yara Gambirasio ha profondamente segnato l'opinione pubblica. La tredicenne di Brembate Sopra scomparve nel novembre 2010 mentre rientrava dalla palestra. Il suo corpo fu ritrovato nel febbraio del 2011 in un campo a pochi chilometri da casa. Le indagini portarono, dopo quattro anni, all'arresto di Bossetti, il cui Dna risultò compatibile con quello rinvenuto sugli indumenti della vittima. A distanza di oltre un decennio, la consegna del materiale genetico alla difesa riporta l'attenzione su un'inchiesta che ha rappresentato una delle più complesse e seguite della cronaca italiana recente.