Speciale Il caso Giulia Tramontano
il delitto due anni fa

Omicidio Giulia Tramontano, ergastolo a Impagnatiello anche in Appello | "Non ci fu premeditazione", ira di Chiara Tramontano: "Vergogna"

I giudici escludono l'aggravante della premeditazione, mentre confermano quella della crudeltà. La sorella di Giulia attacca i giudici con un post su Instagram: "Disgustata"

25 Giu 2025 - 21:47

Alessandro Impagnatiello è stato condannato anche in secondo grado all'ergastolo per l'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, che era al settimo mese di gravidanza, il 27 maggio di due anni fa nella loro abitazione a Senago, nel Milanese. Lo ha deciso la Corte d'Assise d'appello di Milano, confermando la sentenza di primo grado.

Esclusa la premeditazione

 I giudici hanno escluso l'aggravante della premeditazione, come chiedeva l'avvocato Giulia Geradini, confermando invece quella della crudeltà. 

La sorella di Giulia attacca i giudici: "Disgustata"

 E non si è fatta attendere la replica di Chiara, sorella di Giulia Tramontano, che con una storia su Instagram ha criticato la sentenza. "La chiamano legge ma si legge DISGUSTO. L’ha avvelenata per sei mesi. Ha cercato su Internet: 'Quanto veleno serve per uccidere una donna'. Poi l’ha uccisa. Per lo STATO, supremo legislatore, NON È PREMEDITAZIONE. VERGOGNA a una LEGGE che CHIUDE GLI OCCHI davanti alla VERITÀ e UCCIDE due volte. E smettetela di portare gli assassini ai banchi. Sono assassini. VANNO IN CELLA. Nessuno li vuole liberi, INQUINANO". Un post circondato dalla parola "Vergogna" in tutti gli angoli.

Alla sentenza Impagnatiello non reagisce, i Tramontano in lacrime

 Alessandro Impagnatiello è rimasto impassibile alla lettura della sentenza. Quando la presidente della Corte Ivana Caputo ha pronunciato il verdetto, lui era in piedi nei primi banchi accanto alla sua legale Giulia Geradini e non ha avuto alcuna reazione. In lacrime i genitori della vittima. 

Omicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello impassibile alla lettura della sentenza

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Difesa Impagnatiello: è una sconfitta

 "Non si tratta di vittoria o sconfitta perché penso che questo processo sia una sconfitta generale. Ma il fatto che la Corte abbia ascoltato in parte le mie ragioni mi rende soddisfatta". Così l'avvocata Giulia Geradini, difensore di Alessandro Impagnatiello. "Sono curiosa di leggere le motivazioni", ha aggiunto dicendo che poi valuterà il ricorso in Cassazione. Restano invece le aggravanti legate alla convivenza con la vittima e la crudeltà "in quanto Giulia, durante l'aggressione, avrebbe avuto il tempo", secondo i giudici, "di rendersi conto che stava perdendo figlio" che portava in grembo. Quanto all'accesso alla giustizia riparativa, per il legale, i giudici decideranno con una provvedimento separato e, qualora Impagnatiello venisse ammesso, "ci vorrà del tempo, molti mesi prima che inizi il suo percorso", ha chiarito l'avvocata. Il programma correrà parallelo al procedimento penale e potrà avere ripercussione nell'iter di esecuzione della pena.

Processo durato appena mezza giornata

 La sentenza è arrivata dopo due ore di camera di consiglio, al termine di un processo di secondo grado durato appena mezza giornata. L'ex barman, 32 anni, ha confessato di aver ucciso la donna con 37 coltellate dopo il suo rientro a casa la sera del 27 maggio. Quello stesso pomeriggio infatti Giulia si era incontrata e confrontata con la donna con cui Impagnatiello aveva da mesi una relazione parallela, facendo così crollare il suo "castello di bugie".

I tentativi di incendio e il ritrovamento del corpo

 Dopo l'omicidio, l'uomo ha tentato per due volte di bruciare il cadavere, decidendo poi di nasconderlo dietro alcuni box a poche centinaia di metri dall'abitazione della coppia in via Novella. Nei giorni successivi aveva simulato la scomparsa della compagna, andando lui stesso a farne denuncia, e continuando a inviarle messaggi. Il cadavere era poi stato ritrovato in un'intercapedine, avvolto in teli di plastica, la notte del fermo di indiziato di delitto. 

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