Portoferraio in ginocchio

Nubifragio sull’Elba, il terzo in un mese: ecco cos’è il devastante temporale autorigenerante

Un violento nubifragio ha investito l'isola con allagamenti diffusi a Portoferraio. Il fenomeno estremo è attribuito a un "temporale autorigenerante", capace di scaricare enormi quantità di pioggia sempre nello stesso punto

09 Set 2025 - 21:47

Un altro nubifragio si è abbattuto sull'isola d'Elba, causando allagamenti e gravi disagi nel capoluogo Portoferraio. Le strade sono state sommerse dall'acqua, i soccorsi hanno lavorato senza sosta e la Protezione civile ha confermato l'allerta arancione. La preoccupazione cresce perché si tratta del terzo episodio in meno di un mese: già il 20 e il 22 agosto l'isola era stata colpita da eventi simili. Secondo gli esperti, la causa è da ricercare nei cosiddetti temporali autorigeneranti, fenomeni meteorologici estremi che possono persistere a lungo nello stesso territorio, scaricando in poche ore la pioggia di intere stagioni.

Il nubifragio e i danni a Portoferraio

 Il temporale si è abbattuto nel primo pomeriggio, trasformando in torrenti le principali arterie cittadine. In alcune zone si sono registrati fino a 70 millimetri di pioggia in meno di un'ora, con picchi di 34 millimetri in soli 15 minuti. Piazza Cavour, via Carducci, la Sghinghetta e la zona del Carburo sono state tra le aree più colpite, con auto trascinate via dall'acqua, negozi invasi dal fango e famiglie costrette a rifugiarsi ai piani alti delle abitazioni. Il sindaco Tiziano Nocentini ha attivato il Centro operativo comunale di protezione civile e invitato la popolazione a non uscire di casa. “Il traffico è completamente bloccato e immane è il lavoro delle squadre impegnate”, ha scritto in un messaggio pubblicato sui social. Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha confermato l'allerta arancione, ricordando che in un'ora è caduta la pioggia di un mese.

Cos'è un temporale autorigenerante e perché è così pericoloso

 I temporali autorigeneranti sono sistemi temporaleschi che si alimentano da soli grazie a particolari condizioni atmosferiche: aria calda e umida nei bassi strati, correnti fredde in quota e forte instabilità. Queste caratteristiche favoriscono la formazione continua di nuove celle temporalesche che si sviluppano una dopo l'altra nella stessa area, dando luogo a precipitazioni persistenti e violente. La Treccani lo definisce un fenomeno che "insiste a lungo sulle stesse zone, alimentandosi dei flussi di umidità sollevati dal mare". In pratica, quando una cella temporalesca si esaurisce, ne nasce subito un'altra poco distante, in un ciclo continuo che può durare ore. Gli esperti sottolineano che in poche ore può cadere la quantità di pioggia normalmente distribuita su interi mesi, con conseguenze devastanti in termini di allagamenti e frane.

Un fenomeno ricorrente in Toscana e nel Mediterraneo

 Quello che è accaduto all'Elba non è un caso isolato. Fenomeni simili si sono verificati di recente anche in altre zone della Toscana e del Centro Italia. Nel Mediterraneo occidentale, i temporali autorigeneranti sono favoriti dalla presenza di mari caldi e umidi che forniscono energia a questi sistemi convettivi. La fragilità idrogeologica del territorio italiano rende questi eventi ancora più rischiosi: strade, case e infrastrutture spesso non sono in grado di reggere precipitazioni così intense e concentrate. Gli esperti ricordano che la pericolosità di un evento dipende da tre fattori: intensità del fenomeno, vulnerabilità del territorio ed esposizione di persone e beni.

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