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Malattia di Kawasaki, Niccolò ce l'ha fatta: il bimbo di 6 anni è guarito

Prima la febbre alta, poi una brutta miocardite. "Ora il mio bambino è fuori pericolo - dice mamma Valentina - grazie a medici competenti che stavano studiando il legame tra coronavirus e Kawasaki"

bergamo ospedale papa giovanni xxiii

La storia di Niccolò, 6 anni, arriva da Sesto San Giovanni, hinterland di Milano. Comincia con uno strano mal di pancia che provoca al piccolo una febbre alta che non passa e che preoccupa moltissimo mamma Valentina, 35 anni, infermiera al Niguarda e papà Sandro, 36 anni, elettricista. Fino a quando i genitori decidono di portare il piccolo in ospedale e i medici gli riscontrano anche una brutta miocardite e la malattia di Kawasaki. Poi la guarigione e l'abbraccio commovente con il gemellino Massimo.

La grande paura - Sono stati giorni di grande paura - scrive l'Eco di Bergamo che racconta questa storia drammatica attraverso le parole commosse di mamma Valentina. "Terrorizzati da quel febbrone che non passava - ricorda la donna - abbiamo portato nostro figlio in pronto soccorso ma è stato necessario intubarlo e poi trasferirlo al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove medici specializzati sono riusciti a salvargli la vita".

 

La diagnosi - A Nicolò viene diagnosticata la malattia di Kawasaki, una sindrome infiammatoria grave. Prorpio a Bergamo, durante l'epidemia da Covid-19, è stato condotto uno studio su 10 casi di bambini con sintomi simili alla malattia di Kawasaki tra l' 1 marzo e il 20 aprile scorsi. Nei 5 anni precedenti questa malattia era stata diagnosticata a soli 19 bambini. In piena emergenza coronavirus, l'aumento dei casi è aumentati di 30 volte. Otto dei 10 bambini sono risultati positivi al Covid.

 

Lo studio - Il dottor D' Antiga, direttore della Pediatria, spiega all'Eco di Bergamo: "Ormai molti centri iniziano a riportare casi di bambini con segni di malattia di Kawasaki in altre aree colpite dal Covid. Il nostro studio fornisce la prima chiara evidenza di un legame tra l' infezione da Covid e questa condizione infiammatoria e speriamo che possa aiutare i medici di tutto il mondo a riconoscere e trattare prontamente questi pazienti".

 

Il racconto della mamma - "Nicolò - racconta mamma Valentina al giornale bergamasco - ha cominciato a stare malissimo alla fine di aprile. Un mese prima sia io che mio marito siamo stati colpiti dal Covid. Ci siamo curati a casa, io poi, con due tamponi negativi, sono anche rientrata al lavoro. E poco dopo Nicolò ha cominciato a peggiorare: aveva un gran mal di pancia, e poi quella strana febbre che non passava. L' ho portato prima in pronto soccorso a Sesto San Giovanni, dove gli hanno fatto il tampone ma risultava negativo al Covid". Poi il ricovero in terapia intensiva nella clinica pediatrica "De Marchi" di Milano e infine la corsa verso un reparto specializzato dell'ospedale di Bergamo.

 

Covid-19 e kawasaki - All'inizio il bimbo non migliorava. In un primo momento si era pensato anche a un attacco di appendicite, poi escluso dagli accertamenti diagnostici specifici. Sono stati i reumatologi a sospettare la relazione con la malattia di Kawasaki ed è stato fatto il test sierologico per il Covid: Nicolò aveva gli anticorpi, dunque era entrato in contatto con il virus e questo poteva avergli causato quella sindrome infiammatoria.

 

"Mamma, fammi guarire" - "Quando gli hanno fatto la Tac - continua mamma Valentina - ero terrorizzata: Niccolò aveva liquido nei polmoni infiammati che gli avevano causato una miocardite e uno scompenso cardiaco. Ho temuto di perderlo, mentre lui mi ripeteva "Mamma, ti prego, fammi guarire". Una notte terribile".  Fino al successivo trasferimento all'ospedale di Bergamo e le terapie con le immunoglobuline per combattere la malattia di Kawasaki. Il piccolo ora è fuori pericolo.

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