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Il cardinale Battaglia: "Metterei il sangue dei bambini di Gaza vicino a San Gennaro"
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Si è ripetuto a Napoli il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. "Abbiamo la gioia di annunciare che la reliquia è stata trovata completamente liquida", ha detto l'abate della Cappella del Tesoro di San Gennaro, monsignor Vincenzo De Gregorio alle 10:08, dall'altare del Duomo dove il cardinale Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, celebra la messa per la festività del santo patrono. Il messaggio del cardinale Battaglia: "Metterei il sangue dei bambini di Gaza vicino a San Gennaro".
Alle 10 l'arcivescovo di Napoli, cardinale don Mimmo Battaglia si è recato nella Cappella del Tesoro con l'abate, monsignor Vincenzo De Gregorio, il sindaco Gaetano Manfredi e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, dove è stata aperta la cassaforte che custodisce le ampolle con il sangue. Le reliquie sono state portate all'altare maggiore della cattedrale dove sono state mostrate ai fedeli.
Il prodigio è stato salutato dal classico sventolio di fazzoletti bianchi dall'altare prima dell'omelia dell'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia. Il miracolo del 19 settembre, forse il più conosciuto, ricade nel giorno di ricorrenza della decapitazione del giovane vescovo di Benevento.
"Oggi la parola sangue ci brucia addosso perché il sangue è un linguaggio che tutti capiamo e che chiede conto a tutti. Il sangue di Gennaro si mescola idealmente al sangue versato in Palestina, come in Ucraina e in ogni terra ferita dove la violenza si crede onnipotente e invece è solo rumore. Il sangue è sacro: ogni goccia innocente è un sacramento rovesciato".
Così l'arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, in un passaggio dell'omelia per le celebrazioni di San Gennaro, ed ha proseguito: "Se potessi, raccoglierei in un'ampolla il sangue di ogni vittima, bambini, donne, uomini di ogni popolo, e lo esporrei qui, sotto queste volte, perché nessun rito ci assolva dalla responsabilità, perché la preghiera senta il peso di ogni ferita e non scivoli via. E oggi, con pudore e con fuoco, dico: è il sangue di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale, accanto all'ampolla del santo perché non esistono "altre" lacrime: tutta la terra è un unico altare".
"La situazione è molto grave in tutta la Striscia di Gaza. Ci sono i bombardamenti, è una situazione di guerra, continua la morte che già ci ha portato via decine di migliaia persone, 18mila bambini sono stati uccisi in questa guerra. Manca la pace e le armi hanno preso il sopravvento". A dirlo è padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, in un videomessaggio che è stato trasmesso nel Duomo di Napoli, durante la celebrazione per la liquazione del sangue di San Gennaro.
A presentare il video un commosso arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia: "La pace è un dono e, se continuiamo con la nostra preghiera e i nostri sacrifici, tutti possiamo collaborare alla pace. E poi dobbiamo parlare di pace, convincere, con molta sincerità e carità. Dobbiamo essere convinti che la pace è possibile, non è un'utopia", ha concluso Romanelli.
"E' una giornata molto importante, è un momento identitario fondamentale, ma non dobbiamo dimenticare che è un grande momento di fede". Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, arrivando al Duomo per partecipare alle celebrazioni nel giorno di San Gennaro. "Stiamo vivendo una fase storica molto difficile - ha aggiunto - le tante guerre, le tante difficoltà che ci sono. Nei momenti di maggiore difficoltà la fede delle persone è un elemento fondamentale per trovare una nuova speranza".
Il miracolo del sangue di San Gennaro si ripete tre volte l'anno per celebrare il Santo Patrono di Napoli. Il 19 settembre, data in cui fu decapitato nel 305 d.C.; il 16 dicembre, in occasione dell'anniversario di una eruzione del Vesuvio del 1631 arrestata, secondo credenza popolare, per intercessione del Santo; e la prima domenica di maggio, in ricordo della traslazione delle spoglie mortali da Pozzuoli alle catacombe di Capodimonte.
La celebrazione di settembre è l'occasione principale per il miracolo. Migliaia di fedeli si riuniscono nella Cattedrale di Napoli, aspettando con ansia la liquefazione del sangue, considerata un segno di protezione per la città. Il primo miracolo risale al 1389 così come racconta il Chronicon Siculum, mentre secondo leggenda il sangue del Santo si sarebbe liquefatto per la prima volta nel IV secolo dopo Cristo durante il trasferimento a Napoli delle spoglie del santo.
Secondo la tradizione popolare il tempo e l'intensità del sangue sono considerate di buon auspicio per la città. Il ritardo nella liquefazione o l'assenza del miracolo, nonostante canti, preghiere, invocazioni e litanie in dialetto viene considerato segno sfavorevole per la città e la sua gente.
Il sangue è custodito in un'ampolla conservata in una cappella del duomo di Napoli e si ritiene fosse stato raccolto da una pia donna, pare la sua nutrice, che lo consegnò all'allora vescovo di Napoli. La reliquia è conservata, tutt'oggi, in due ampolle custodite in una cassaforte con doppia serratura nel Duomo di Napoli: una è riempita per tre quarti, mentre l'altra è semivuota perché parte del suo contenuto fu sottratto da re Carlo III di Borbone che lo portò con sé in Spagna.