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Napoli, caos e manganellate al corteo pro-Ghali: 12 feriti tra manifestanti e poliziotti

Scontri davanti alla sede Rai: "Siamo stati vittime di una reazione violenta, spropositata e inattesa", ha detto una sindacalista con il volto insanguinato

Fotogallery - Incidenti a Napoli durante le proteste pro Ghali

A Napoli cinque poliziotti e sette manifestanti sono rimasti feriti nel corso dei disordini avvenuti davanti alla sede Rai, dove c'è stata una manifestazione di protesta dopo le polemiche per le frasi del cantante Ghali a Sanremo (che aveva chiesto il cessate il fuoco a Gaza) e il comunicato dell'azienda a favore di Israele.

"Siamo stati vittime di una reazione violenta, spropositata e inattesa, colpiti con i manganelli solo per aver tentato di affiggere uno striscione", ha detto una sindacalista rimasta ferita.

 

Immagini per fare chiarezza

 La polizia sta visionando alcune immagini per fare chiarezza sui fatti accaduti davanti alla sede Rai nel corso della manifestazione organizzata. Dalla visione delle immagini sarà possibile accertare le eventuali responsabilità sul ferimento di alcune persone rimaste contuse. 

 

 

Altro presidio sabato

 Un altro presidio, a Roma, sotto la Rai in viale Mazzini è stato organizzato per sabato pomeriggio "contro la censura e l'oppressione" dopo la reazione dell'azienda alle parole di Ghali che durante il festival di Sanremo ha detto "Stop al genocidio" a Gaza. A promuovere il sit-in è Spin Time Labs, il centro culturale nel palazzo occupato in via di Santa Croce in Gerusalemme a Roma.

 

La manifestazione di Napoli, il cui slogan "Stop al genocidio" richiamava proprio la frase pronunciata dal rapper dopo la sua esibizione alla serata finale del Festival, ha visto l'adesione di Potere al Popolo, del sindacato Si Cobas, dei centri sociali Iskra ed Ex Opg, del centro culturale palestinese Handala e della Rete Napoli per la Palestina.

 

 

Gli scontri con le forze dell'ordine

 Quando alcuni attivisti hanno tentato di avvicinarsi al cancello della sede Rai di viale Marconi per esporre uno striscione e una bandiera della Palestina, sono stati respinti dalle forze dell'ordine anche a colpi di manganello. Dura la reazione dei movimenti, che in un comunicato diffuso poco dopo gli incidenti parlano di "tv pubblica come scorta mediatica del genocidio israeliano". 

 

La versione della questura

 In una nota diffusa dalla questura di Napoli si legge: "La pressione esercitata dai manifestanti sui poliziotti ha schiacciato i reparti inquadrati verso la recinzione della sede Rai e ciò ha determinato una reazione di alleggerimento che ha chiaramente impedito l'interlocuzione con i manifestanti circa le loro reali intenzioni". 

 

Presente anche l'ex sindaco De Magistris

 Presente alla manifestazione anche l'ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris, oggi portavoce di Unione Popolare, che ha parlato di "manganellate e sangue per chi ha chiesto giustizia e cessate il fuoco". Secondo l'ex pm "tutti si devono schierare: o con gli oppressi o con gli oppressori. Io staro' sempre dalla stessa parte della storia, per la Palestina libera fino alla vittoria".

 

Chiesti chiarimenti a Piantedosi

 Sull'accaduto sono intervenute anche le opposizioni: i deputati del Pd Emiliano Fossi e Piero De Luca hanno chiesto al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi "chiarimenti sulla dinamica dei fatti", mentre gli esponenti del M5S in Commissione di Vigilanza Rai hanno parlato di "risposta delle forze dell'ordine ai manifestanti del tutto sproporzionata".

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