decesso causato da un'intossicazione alimentare

Napoli, 15enne morto dopo il sushi: ristoratore condannato a 2 anni e mezzo, assolto il medico | L'ira della madre

Il ragazzo era deceduto il 2 dicembre 2021, nove giorni dopo aver mangiato pesce crudo in un locale del Vomero 

03 Dic 2025 - 08:19
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Il tribunale di Napoli ha condannato a due anni e sei mesi il titolare del ristorante dove, secondo l'accusa, ebbe origine l'intossicazione che portò alla morte del quindicenne Luca Piscopo, e ha assolto il medico che lo ebbe in cura. Il ragazzo era deceduto il 2 dicembre 2021, nove giorni dopo aver mangiato sushi in un locale del Vomero. La decisione è stata contestata con forza dai familiari e amici, in particolare dalla madre della vittima: "Il ristoratore è stato un bandito senza scrupoli ma quello che mi ha fatto rabbia è stata l'assoluzione del medico: in 10 giorni mio figlio ha perso più di 10 chili, lui non mi ha mai fatto una telefonata per chiedermi come stava il ragazzo".

La ricostruzione dell'accusa e le conclusioni del giudice

 Secondo la ricostruzione della Procura di Napoli, Luca Piscopo avrebbe contratto una salmonellosi dopo aver consumato sushi nel ristorante del Vomero insieme ad alcune amiche. L'infezione, sempre secondo l'accusa, avrebbe provocato una miocardite rivelatasi poi fatale. Il pubblico ministero Federica Amodio aveva chiesto tre anni di reclusione per il ristoratore e un anno e otto mesi per il medico che ebbe in cura il ragazzo. Sempre secondo la pm, Luca si sarebbe potuto salvare se fosse stato curato in tempo. Nella sentenza, il giudice ha condannato il titolare del locale a due anni e sei mesi e ha assolto il medico, ritenendo non dimostrata una responsabilità diretta nel decesso.

La rabbia della famiglia e degli amici in aula

 Presenti in aula i genitori del 15enne e molti suoi amici, tra cui le ragazze che con Luca consumarono il pasto. La madre della vittima, Maria Rosaria Borrelli, ha contestato duramente l'assoluzione del medico: "Il ristoratore è stato un bandito senza scrupoli ma quello che mi ha fatto rabbia è stata l'assoluzione del medico: in 10 giorni mio figlio ha perso più di 10 chili, lui non mi ha mai fatto una telefonata per chiedermi come stava il ragazzo".

"Abbiamo atteso quattro anni affinché venisse fatta giustizia - dice Imma Varriale, amica di Luca - ma così non è stato. La vita di Luca non può valere due miseri anni e sei mesi. Il medico, che non ha saputo svolgere il suo lavoro, è stato assolto. Ancora una volta la giustizia italiana ha fallito. Serviva il massimo della pena, io e tutti gli altri amici di Luca siamo sconvolti".