il dolore del genitore

Morto dopo essere stato colpito dal taser a Pescara, il padre: "Era un ragazzo fragile, andava soccorso"

Il ministro Piantedosi: "È una tragedia che ci addolora, faremo accertamenti"

04 Giu 2025 - 11:43
 © Ansa

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"Mio figlio era una persona fragile, poteva essere soccorso". Parla così a il quotidiano abruzzese Il Centro il padre del 30enne di Pescara morto per arresto cardiocircolatorio poco dopo essere stato colpito con taser da un poliziotto all'interno della Questura. "L'avevo sentito al telefono poco prima, era agitato", racconta il genitore distrutto dal dolore, rimpiangendo il fatto di non essere subito intervenuto. "A ripensarci adesso, - confessa nell'intervista, - forse avrei dovuto dare maggiore importanza a quella telefonata e non lasciarmi prendere dall'abitudine davanti alle cose senza senso che diceva". Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Interno Piantedosi. "È una tragedia che ci addolora, faremo accertamenti", ha dichiarato.

"Era un ragazzo fragile"

 "Mio figlio - aggiunge il padre ricordando il primogenito - era un soggetto psicotico, aveva delle reazioni e dei comportamenti difficili da capire e non era facile da gestire nonostante tutta la nostra volontà e disponibilità". Il trentenne viveva da solo ed era seguito dal Centro di salute mentale di Chieti, anche se rifiutava ogni tipo di cura. "Lui viveva per la strada, in casa non c'era mai, usciva la mattina e non si sapeva dove andasse", riferisce il genitore.

Il taser: cos'è e come funziona

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"Noi familiari ce l'abbiamo messa tutta, - assicura, - l'abbiamo sempre aiutato, ma si sa che quando le cose si trascinano per lungo tempo rischiano sempre di passare in secondo piano. E quelle sostanze che prendeva lo devastavano".

"Non posso crederci che sia morto", ripete più volte l'uomo a Il Centro. "Farò di tutto per capire la verità", promette chiedendosi: "Che motivo c'era di arrestarlo se le forze dell'ordine lo conoscevano e sapevano chi fosse e che tipo di patologia avesse? Non era opportuno che fosse chiamato il 118 e ordinato il ricovero in trattamento sanitario obbligatorio come era stato fatto le altre volte? Era davvero necessario utilizzare il taser?".

Piantedosi: sulla vicenda di Pescara faremo accertamenti

 "È una tragedia che ci addolora. Esprimo il cordoglio nei confronti dei familiari e della persona. Andranno sviluppati tutti gli accertamenti perché è interesse anche nostro capire se ci sia una correlazione con l'uso del taser qualche minuto prima". Così il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sul caso del 30enne morto a Pescara dopo un malore: poco prima l'uomo era stato raggiunto dalla scarica di un taser durante il suo arresto. 

"Segnalo - ha aggiunto il ministro - che il taser è l'alternativa all'uso di strumenti molto più offensivi come l'arma da fuoco e spesso si rende necessario per i comportamenti che hanno le persone. In questo caso la persona si stava sottraendo alle forze di polizia e stava dando in escandescenza con atteggiamenti pericolosi per sé, per gli operatori e per la gente che era presente sul posto".

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