L'accordo tra Ausl e medici di base introduce incentivi legati alla riduzione delle prescrizioni specialistiche. FdI e FI chiedono alla Regione di prendere posizione
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L’Ausl di Modena ha firmato un accordo con i medici di medicina generale che prevede un bonus economico per chi, nel 2025, manterrà sotto una soglia prestabilita il numero di prescrizioni di esami specialistici rispetto all’anno precedente. L’obiettivo dichiarato è ridurre le visite ritenute non necessarie e orientare i pazienti verso controlli più mirati, utilizzando in modo più efficiente le risorse disponibili. La misura, tuttavia, ha generato immediate reazioni politiche: Fratelli d’Italia e Forza Italia chiedono alla Regione Emilia-Romagna di intervenire, chiarendo anche se il modello sarà confermato o adottato anche in altre realtà del territorio.
L’intesa prevede che i medici di medicina generale mantengano, nel corso del 2025, un livello di prescrizioni di esami specialistici entro limiti stabiliti sulla base dei dati registrati nel 2024. Se la soglia non viene superata, il medico riceve un incentivo economico calcolato in 1,20 euro per assistito all’anno, utilizzando fondi già destinati alla categoria. Poiché un medico di base segue in media circa 1.500 assistiti, il bonus potenziale può arrivare a circa 1.800 euro. L’Ausl ha spiegato che il criterio non punta a penalizzare i professionisti, ma a migliorare il monitoraggio complessivo delle richieste, verificando dove sia possibile evitare esami ripetuti o poco utili ai fini diagnostici.
L’accordo riguarda dodici tipologie di prestazioni specialistiche considerate a maggior rischio di sovraccarico. Tra queste figurano visite di chirurgia vascolare, dermatologia, fisiatria, gastroenterologia, pneumologia, oculistica, otorinolaringoiatria e urologia, oltre a esami diagnostici come TAC, risonanze magnetiche, gastroscopie e colonscopie. Il sistema prevede una soglia di riferimento derivata dai livelli prescrittivi del 2024; l’obiettivo è evitare incrementi che possano sovraccaricare la rete specialistica o allungare i tempi di attesa. L’Ausl ha ricordato che in caso di necessità clinica il medico è pienamente libero di prescrivere quanto ritiene opportuno, senza limitazioni.
L’Ausl di Modena ha richiamato la necessità di un uso più equilibrato delle risorse, sottolineando che gli esami vanno indirizzati ai pazienti che ne hanno realmente bisogno. Il direttore generale Mattia Altini ha spiegato che lo scopo non è “indurre a prescrivere meno”, ma fornire strumenti e dati per valutare come prescrivere meglio. Altini ha anche evidenziato che uno degli aspetti più delicati resta la comunicazione con il cittadino, soprattutto quando il medico ritiene che una richiesta non sia giustificata da reali necessità cliniche.
Sul provvedimento è arrivata un’interrogazione in Assemblea legislativa da parte di Fratelli d’Italia, che chiede alla Regione una valutazione complessiva del modello e chiarimenti sull’eventuale estensione ad altre Aziende sanitarie. I consiglieri sottolineano il rischio che il cittadino possa percepire le decisioni del medico come influenzate dall’incentivo economico. Anche Forza Italia condivide le perplessità, parlando di un problema significativo e chiedendo un intervento chiaro della Regione per definire l’orientamento complessivo sul tema.
Alcune sigle sindacali non hanno aderito all’accordo, sostenendo che un meccanismo legato ai volumi di prescrizione possa avere effetti controproducenti. I sindacati critici osservano che i professionisti operano in contesti molto diversi e che il numero di visite o controlli richiesti può variare sensibilmente in base alla tipologia di assistiti, alla presenza di patologie croniche o alla collocazione geografica dello studio. Secondo queste posizioni, il rischio è introdurre parametri troppo rigidi in un ambito che richiede valutazioni caso per caso.