Le indagini sulla scomparsa di Vito Mezzalira si allargano: dopo la compagna e il fratellastro, anche il figlio della donna sarebbe indagato. Gli inquirenti attendono l’esito delle analisi sui resti rinvenuti nel giardino di casa.
12.00 GORIZIA GIALLO POSTINO © Da video
Il giallo di Sagrado si infittisce. A quasi sei anni dalla scomparsa di Vito Mezzalira, ex dipendente di Poste Italiane originario di Mantova e residente nella frazione di Sdraussina, le indagini della Procura di Gorizia hanno registrato un nuovo sviluppo. Dopo la compagna dell’uomo, Mariuccia Orlando, e il fratellastro di lei, Moreno Redivo, nel registro degli indagati sarebbe finito anche il figlio trentenne della donna. L’iscrizione sarebbe avvenuta dopo il ritrovamento di resti umani nell’abitazione dove Mezzalira viveva prima di sparire nel nulla. Le autorità, per ora, non rilasciano dichiarazioni ufficiali, ma fonti vicine all’inchiesta parlano di una possibile estensione dei capi d’accusa.
Il nuovo nome emerso nelle indagini rappresenta un’ulteriore svolta in una vicenda che da anni tiene con il fiato sospeso la comunità di Sagrado. Il figlio della compagna di Mezzalira era già stato ascoltato dagli inquirenti nei giorni precedenti al ritrovamento dei resti umani nel giardino della villetta. Al momento non è chiaro quale ipotesi di reato possa essergli contestata. Gli inquirenti non escludono che la sua posizione possa essere meno grave rispetto a quella degli altri due indagati, ipotizzando un possibile favoreggiamento. La Procura mantiene il più stretto riserbo.
Mariuccia Orlando e Moreno Redivo restano i principali indagati nell’inchiesta. A loro carico la Procura ha ipotizzato i reati di omicidio in concorso, occultamento di cadavere e truffa ai danni dello Stato. Quest’ultima accusa riguarda il presunto ritiro illecito della pensione di Mezzalira, che sarebbe proseguito anche dopo la sua scomparsa. Le indagini hanno documentato che, in quattro o cinque anni, sarebbero stati prelevati dal suo conto corrente circa 100mila euro. Secondo gli investigatori, la compagna avrebbe inoltre inviato falsi messaggi alla sorella di Vito fingendosi lui e realizzato fotomontaggi per simulare che l’uomo fosse ancora in vita, prima accanto a lei e poi con una presunta nuova compagna.
Il ritrovamento, avvenuto la scorsa settimana, ha segnato un punto di svolta nell’indagine. Gli inquirenti, tornati nella casa di Sdraussina a quasi due anni di distanza dall’ultima ispezione, hanno individuato un’area sospetta grazie alle immagini satellitari di Google Earth, che mostravano un pozzo prima aperto e poi sigillato con il cemento. Con l’ausilio dei carabinieri del Nucleo investigativo, dei vigili del fuoco, dei Nos e del cane molecolare Klaus, sono stati scoperti, a quattro metri di profondità, resti umani e frammenti di abiti all’interno di un sacco nero. Tutti gli elementi raccolti sono ora al vaglio degli esperti dell’Istituto di Medicina Legale di Trieste.
A far scattare l’inchiesta fu la sorella di Vito, Domenica Mezzalira, residente a Mantova. Insospettita dalle contraddizioni nei racconti della compagna del fratello e da movimenti anomali sui conti bancari, decise di rivolgersi ai carabinieri. Le indagini dell’Arma accertarono che la pensione dell’ex postino continuava a essere riscossa in diversi sportelli del Nordest nonostante la sua assenza prolungata. A questo si aggiunsero i messaggi e i fotomontaggi inviati dalla compagna, elementi che hanno contribuito a far emergere l’ipotesi di un possibile depistaggio.
L’attenzione degli investigatori si concentra ora sull’identificazione dei resti rinvenuti nel giardino di via Nuova. Le analisi genetiche, affidate all'Istituto di Medicina Legale di Trieste, dovranno stabilire se appartengano effettivamente a Vito Mezzalira e chiarire le cause del decesso. Solo dopo l’esito di questi accertamenti sarà possibile delineare il quadro giudiziario definitivo e capire se il figlio della compagna verrà raggiunto dalle stesse accuse mosse agli altri due indagati o se la sua posizione risulterà marginale. Intanto, a Sagrado, cresce l’attesa per le prossime mosse della Procura.