Minacce e insulti a Mattarella sui social, dieci indagati
Individuati gli autori dei messaggi durante il primo lockdown. La Procura di Roma ipotizza il reato di offesa all’onore e al prestigio del Capo dello Stato
Hanno preso di mira il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con gravi minacce e insulti sul Web, una campagna d'odio messa in atto via social nel corso del primo lockdown quando l'Italia era chiusa in casa per la prima ondata della pandemia. Per questo motivo, dieci persone sono finite nel registro degli indagati della Procura di Roma in un procedimento in cui si ipotizzano i reati di offesa all'onore e al prestigio del Capo dello Stato.
Perquisizioni in tutta Italia Nella giornata di giovedì in tutta Italia ci sono state perquisizioni da parte degli uomini della Digos e della polizia postale. Gli inquirenti hanno proceduto ad acquisire i cellulari e i personal computer dei presunti autori dei "post" di minacce che hanno riguardato anche altre figure istituzionali e politiche di primo piano come l'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e l'ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero.
Social usati per contestare le misure durante il lockdown Sotto la lente dei magistrati frasi esplicite ed offensive e in alcuni casi vere e proprie minacce di morte. Le perquisizioni hanno riguardato anche le abitazioni degli indagati residenti in varie regioni tra cui Lazio, Puglia, Piemonte e Liguria. Secondo gli inquirenti, gli autori dei post sarebbero persone che portano avanti teorie novax e antieuropeiste e che durante il lockdown nazionale hanno utilizzato il Web come megafono per contestare le misure adottate per il contenimento della pandemia. Durante l'attività di indagine sarebbero emersi rilevanti indizi nei confronti degli indagati.
I messaggi di solidarietà Molti gli attestati di solidarietà nei confronti del presidente Mattarella. Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, parla di "inqualificabili minacce" ed esprime soddisfazione per le indagini per "stanare i troppi leoni da tastiera che seminano odio sui social". Per il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini "la violenza, anche verbale va stigmatizzata con determinazione e nettezza. Il dibattito nel Paese sia civile e rispettoso". Solidarietà al Capo dello Stato è stata espressa dai parlamentari di Forza Italia Roberto Occhiuto e Debora Bergamini, così come dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, che su Twitter afferma che "non deve esserci spazio per chi semina l'odio" ribadendo la vicinanza di tutta la Capitale al presidente della Repubblica.
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