ENNESIMO FEMMINICIDIO

Settala (Milano), "ha ucciso mamma": la figlia di 10 anni chiama i soccorsi e fa arrestare il padre | L'uomo confessa: "L'ho ammazzata"

Sul corpo della 43enne diverse ferite da taglio. L'uomo nel carcere di San Vittore. Al momento dell'arresto era ubriaco. La vicina di casa lo aveva denunciato. Il sindaco: "Famiglia seguita dai servizi sociali"

04 Mag 2025 - 12:41
 © Ansa

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I carabinieri hanno arrestato un 50enne marocchino, accusato di aver ucciso la moglie nella notte a Settala (Milano). I militari sono intervenuti dopo la chiamata d'emergenza effettuata dalla figlia di 10 anni della coppia. Al telefono ha detto che il padre stava ammazzando la madre. All'interno dell'appartamento, al terzo piano di un condominio, è stato rinvenuto il corpo senza vita della 43enne con diverse ferite da taglio. L'uomo è stato condotto nel carcere di San Vittore con l'accusa di omicidio aggravato. Ha confessato mentre veniva arrestato: "L'ho ammazzata, l'ho ammazzata".

La bambina, illesa, è stata affidata a un parente. Dopo la telefonata al 118, i carabinieri si sono fiondati sul posto in via Cerca e hanno messo in sicurezza la piccola, trovata mentre usciva dal palazzo seguita dal padre. Quest'ultimo era visibilmente fuori di sé.

L'uomo era ubriaco

 Quando è stato bloccato dai militari, l'uomo era ubriaco. La bambina ha chiamato i soccorsi verso le 23, ma il delitto risalirebbe a un paio di ore prima.

La ricostruzione

 Secondo la prima ricostruzione degli inquirenti, la 43enne è stata uccisa mentre si apprestava ad andare a dormire ed era già in pigiama. Il suo corpo è stato trovato senza vita in camera da letto, vicino al materasso, appoggiato per terra. Trovato anche il coltello con cui l'uomo avrebbe inferto una dozzina colpi. L'appartamento in cui viveva la famiglia - due stanze, cucina, soggiorno e bagno - è ora sotto sequestro.

Le testimonianze: il 50enne beveva molto

 I carabinieri hanno raccolto alcune testimonianze, tra cui quella di una vicina che avrebbe riferito che il 50enne era molesto in quanto beveva molto. La bimba verrà ascoltata in un'audizione protetta assistita da uno psicologo, tramite la magistratura minorile, e sarà affidata a uno zio materno.

Il sindaco: famiglia seguita dai servizi sociali

 Quella famiglia era "sotto osservazione" dei servizi sociali del Comune, che "erano allertati da tempo" per via di una segnalazione". "Tutte le procedure di controllo e assistenza erano state attivate", spiega Massimo Giordana, sindaco di Settala. "Ritegno che tutto quello che la nostra amministrazione ha fatto era perfettamente conforme alle procedure e che oltre non si potesse andare. Mi è parso di capire che la situazione non fosse conflittuale e comunque controllata. Credo che i nostri servizi avessero avuto un colloquio con la signora non da molto tempo, mentre la bimba non aveva bisogno di aiuto perché la madre era in grado di seguirla". La famiglia era a Settala da più di due anni, lui allora era stato segnalato alle forze dell'ordine per i suoi comportamenti aggressivi. 

La vicina di casa aveva denunciato l'uomo

 "Sentivo ogni tanto la bambina che piangeva e magari chiedeva aiuto, però poi finiva lì - ha detto davanti alle telecamere una vicina di casa dalla 43 enne uccisa -. Se fosse stata una cosa continuativa avrei chiamato. E' capitato che chiedesse aiuto, poi però la vedevo tranquilla". Emanuela Collini ha spiegato che il 50enne era "aggressivo e aveva il divieto di avvicinamento, da quello che so io", un particolare da verificare ma che al momento alle forze dell'ordine non risulta. Inoltre, la signora ha raccontato di aver dovuto fare una segnalazione ai carabinieri un paio di anni fa. "Mi aveva imbrattato la porta e il muro" sulle scale "con il sangue. Si era tagliato i piedi. Se l'è presa un po' con tutti, poi con me, una donna sola. Quando ha cominciato a puntare me, aspettava che arrivassi con la macchina e poi cominciava a gridare". Anche per questo fatto i carabinieri si erano già presentati nell'abitazione della coppia. La vicina ha poi affermato di aver incrociato madre e figlia un paio di volte e che sabato sera, quando sono arrivati i carabinieri per cercare la bambina, chiedendo in quale appartamento fosse, lui ha cominciato prima a battere sul muro che divide le due abitazioni e poi "a bussare alla mia porta". 

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