Milano, il feretro di Giorgio Armani lascia la camera ardente
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Nel suo castello sarà celebrato il funerale privato e poi la tumulazione nella cappella di famiglia coi genitore e il fratello Sergio
Milano ha dato il suo addio a Giorgio Armani, dopo due giorni si è chiusa la camera ardente che era stata allestita all'Armani/Teatro di via Bergognone. Sono state circa 16mila in tutto le persone che hanno omaggiato lo stilista: dopo le 6mila di sabato, domenica in 10mila si sono messi in coda all'Armani/Teatro. Per due giorni una fila continua di persone ha reso omaggio ad Armani: personaggi della moda, dello sport, dello spettacolo e della cultura, rappresentanti delle istituzioni, ma anche tanti cittadini comuni. E sono subito partiti i preparativi per il funerale privato che si terrà lunedì nel borgo piacentino dove Armani aveva acquistato un castello medievale.
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Nel primo giorno di apertura sono state oltre seimila le visite. La camera ardente sarà aperta fino alle 18, mentre i funerali si terranno lunedì 8 settembre. Giorgio Armani riposerà accanto e ai genitori al fratello nel piccolo cimitero di Rivalta, sulle prime pendici della Valtrebbia. I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata domani pomeriggio nel borgo, che per l'occasione sarà completamente blindato.
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"Ci lega la città natale che è Piacenza e il luogo delle vacanze sotto le stelle che è Pantelleria e poi Milano. Sono trent'anni di collaborazione, di incontri, di consigli": così Isabella Ferrari ha parlato del lungo rapporto con Giorgio Armani. "Quando vinsi la Coppa Volpi non avevo niente, ero davvero molto giovane. Mia mamma vestiva sempre Armani nelle occasioni più importanti e mi disse 'perché non chiedi a lui?" E così ho avuto il suo primo vestito", ha raccontato l'attrice. "Se esiste una donna moderna è grazie alla visione di Giorgio Armani: la sua morte è una perdita enorme per l'Italia e per tutto il mondo ma ci ha lasciato una eredità estetica indimenticabile", ha concluso.
"Sono triste, con molto dolore, ma felice di uno che mi ha dato tanto, che mi ha scoperto, mi ha salvato. Mi sento orfana di un padre e soprattutto, di come mi ha protetta, mi sento protetta ma io lo vedo lì, vedo Giorgio perché per me è immortale. Non voglio parlare della morte, perché il corpo vive solo in questa vita, ma l'anima rimane, il suo spirito c'è". Così la modella Antonia Dell'Atte, considerata la musa di Giorgio Armani, risponde alle domande dei giornalisti entrando alla camera ardente dello stilista. Alla domanda su un ricordo importante, Dell'Atte ha aggiunto: "È stato il primo a scoprirmi, il primo a lanciarmi a livello mondiale. Anche Dio mi conosce, Dio sa come sono stata leale solo a Giorgio e io ho imparato molto da lui. Ma lui adorava una cosa di me, questa ironia, la mia attitudine non ipocrita. Ho visto molte ipocrite in questi giorni, ma lui sa che sono la persona che lui ha voluto". Infine, rivolta al cielo la modella ha detto commossa: "Giorgio, dove sei? Ti amo. Spero che tu sia rimasto in questo mondo terreno, soddisfatto di ciò che ti ho dato".
"La cosa che mi ha sempre colpito tantissimo del signor Armani è come riusciva a restare fedele a se stesso, in contatto col mondo e le persone e non è scontato quando fai una vita che può allontanarti da tutto e da tutti": così Stefano Accorsi, attore da sempre molto vicino alla maison, ha ricordato Giorgio Armani. "Era una sua indole - ha sottolineato - ed è quello che gli ha permesso, secondo me, di non invecchiare. E abbiamo di lui una immagine invariata nel tempo. Ha veramente connotato alcuni degli anni più iconici del nostro Paese". "L'ultima volta che ci siamo visti - ha raccontato all'uscita della camera ardente - ero rasato e mi ha detto che stavo bene e lui era uno che ti diceva quello che pensava, non c'era mai formalità". "Una cosa che mi ha colpito, eravamo a una sua sfilata e avevo appena fatto un film. Ci aveva tenuto a dirmi che l'aveva visto e mi ha fatto una analisi di quel film molto precisa. Aveva una curiosità innata e questo l'ha reso grande. Oggi c'è tanta gente che lo omaggia e non è così scontato. L'affetto non è determinato dalle vendite, è frutto di tutto quello che ha fatto", ha concluso.
"Un genio dell'etica, non solo della moda, dell'educazione, del senso della responsabilità, del buon gusto, uno stile sempre sussurrato, mai urlato e sempre coerente, per 50 anni ci ha insegnato tanto, io ho avuto la fortuna negli ultimi 20 anni di essere in contatto con la maison e di imparare, perché c'era solo da imparare". Così Enzo Miccio, conduttore tv e wedding planner, arrivando a Milano alla camera ardente di Giorgio Armani. "Ha creato uno stile inimitabile, inconfondibile, si è sempre rinnovato con uno studio attento alle silhoutte e alla scelta dei tessuti, questa è stata la magia e il genio e la capacità di diversificare, dalla moda all'hospitality, alla casa, e Milano gli deve tanto, la bellezza a 360 gradi, ci ha riempito di bellezza" ha aggiunto.
"Non ci sono parole, per me lui vive eternamente, una grande tristezza, mancherà la sua classe, la sua integrità, un uomo d'onore, andare al Forum a vedere le partite dell'Olimpia quest'anno e non vedere lui a bordo campo mi spezzerà il cuore, è stato un onore lavorare con lui". Così Dan Peterson, ex allenatore dell'Olimpia Milano, ricordando Giorgio Armani alla camera ardente a Milano.
"Una sera durante una cena gli dissi 'che bell'orologio che hai' e lui se lo sfilò e me lo diede": è l'aneddoto scelto da Margherita Buy per ricordare Giorgio Armani. "L'ho conosciuto tanti anni fa, ero all'inizio della mia carriera e lui - ha raccontato l'attrice - fece il grande onore di vestirmi, è stata una cosa molto bella". "Con me è sempre stato molto carino, mi chiamava per dirmi che un vestito mi stava bene, era sempre presente, capace di costruire rapporti professionali affettuosi e veri", ha aggiunto.
"Vivevo vicino a lui a Pantelleria, era un grande che ha dato molto all'Italia ed è rimasto un vero italiano". Lo ha detto l'ex calciatore Marco Tardelli, arrivando alla camera ardente di Milano di Giorgio Armani, assieme alla compagna Myrta Merlino. "Era un uomo fantastico, generoso e sereno - ha sottolineato - non si era montato la testa". A far visita alla camera ardente anche la ministra dell'Università Anna Maria Bernini e l'attrice Margherita Buy.
"Ricordo di quando nella breve esperienza di governo io gli chiesi 'perché non fai tu l'aggregazione dei gruppi italiani in un mondo che si sta trasformando dal punto di vista della moda globale'?. E lui mi rispose in modo molto vivace, ma la sostanza era che è impossibile. Non è stato niente impossibile però per lui e quello che vediamo oggi lo dimostra. Migliaia di ragazzi che gli danno il tributo per una vita, una creatività, un contributo alla nostra Italia unico e straordinario". Così l'ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, uscendo dalla camera ardente di Giorgio Armani accompagnato dalla moglie, la giornalista Barbara Palombelli. Alla richiesta di un ricordo personale, Rutelli ha risposto: "Ne ho tanti ma me li tengo per me".
"Quando venimmo per firmare il contratto mi disse "come mai sei così elegante oggi?", e gli risposi "eh signor Armani dovevo venire qui". Mi disse che stavo meglio con un po' di barba, ecco perché mi avete visto un po' barbuto in campo". Anche al tennista Fabio Fognini, testimonial 2019 delle linee Ea7 e underwear della maison, insieme alla moglie e collega Flavia Pennetta, sono rimaste scolpite per sempre nella memoria le parole di Giorgio Armani.
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Suggerimenti di stile che sono anche di sostanza, come sottolinea Pennetta: "Ci è rimasta impressa una frase che lui disse: "La moda passa ma la l'eleganza resta". Ed è per questo che la figura e la persona del signor Giorgio rimarranno per sempre. Era sempre un'emozione rivederlo, dava un senso di riverenza, ma poi - ricorda la campionessa del tennis - ti metteva sempre a tuo agio con una carezza e un semplice come stai?, segno della sua grande umanità. È stato bellissimo conoscerlo e lo ringrazierò sempre per averci reso parte della sua famiglia".