Milano, per giorni risulta morto ma era un errore burocratico | I parenti stavano organizzando il funerale
L'uomo, che da Lecce era andato nel capoluogo lombardo per controlli medici, era vivo, ricoverato in ospedale e senza cellulare. Un'errata Pec della Questura lo ha dichiarato deceduto
Per quattro giorni è risultato morto.
Invece, era vivo a Milano, ricoverato in ospedale e senza cellulare, che aveva smarrito giorni prima. E' la storia, nata da un errore, che ha visto inconsapevole protagonista un 65enne di Sannicola (Lecce), Fulvio Oscar Fuso. L'uomo è stato dichiarato morto dalla Questura che, con una Pec inviata al Comune di residenza del 65enne, chiedeva di verificare se nel territorio di competenza risiedessero parenti del defunto (indicato con nome e cognome e data di nascita), al fine di consentire il riconoscimento della salma.
Pronto il funerale
Una comunicazione che aveva gettato nello sconforto i parenti dell'uomo. Non riuscendo nemmeno a contattarlo telefonicamente, appresa la notizia, hanno allertato l'impresa di pompe funebri per il funerale, ricevendo anche le prime condoglianze via social.
Il cellulare smarrito
Partito dal Salento il 19 dicembre per curare una patologia di cui soffre da tempo, l'uomo ha perso il cellulare e quindi ogni riferimento, non riuscendo a comunicare e neppure a dare l'indirizzo di casa. Parenti e amici, ovviamente, non potevano sapere che aveva smarrito il telefono e che di conseguenza non poteva più contattarli.
Il ricovero al Fatebenefratelli
Il 22 dicembre, riporta Il Giorno, Fuso si è presentato al pronto soccorso dell'ospedale Fatebenefratelli ed è poi stato ricoverato. Essendo non accompagnato e senza cellulare, il personale sanitario, da prassi, ha compilato il modulo di "ricerca parenti" che è stato inoltrato alla Questura di Milano.
L'errore umano
Per errore, però, la Questura ha girato al Comune di Sannicola un avviso di "decesso" via Pec al posto della richiesta anagrafica. Poi, dalle verifiche, la scoperta che il 65enne era fortunatamente in vita.
Le scuse della Questura
La Questura di Milano, autrice della comunicazione errata, si è quindi scusata con i familiari, che però per quattro giorni (dal 5 al 9 gennaio) hanno vissuto il dramma della sua morte, preparando la trasferta nel capoluogo lombardo per il riconoscimento della salma e i funerali.
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