In migliaia a Milano in corteo per dire "Gaza brucia", tensione con la polizia
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"È chiaro che nutriamo qualche preoccupazione rispetto ai mesi che ci attendono", ha dichiarato il ministro dell'Interno
"Manifestare è giusto, perché sta avvenendo qualcosa di molto grave a Gaza, però credo che fare cose che vanno oltre un certo limite significherebbe sbiadire anche il messaggio che c'è dietro queste manifestazioni. Non c'è nulla che possa legittimare le aggressioni alle forze di polizia o la ricerca del docente di origine ebraica, per poi porre in essere azioni di quel tipo, quindi mi auguro che tutto si possa contenere nei limiti dell'accettabile". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, sugli scontri al corteo pro Pal a Milano e sul caso del docente aggredito all'Università di Pisa.
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"Il diritto a manifestare - ha ricordato il titolare del Viminale - da noi è ampiamente garantito, perché abbiamo anche una professionalizzazione delle forze di polizia che, come si è visto, riescono in qualche modo a contenere certi fenomeni di aggressione, talvolta anche che accadono, come gli ultimi due episodi testimoniano. È chiaro che una qualche preoccupazione noi la nutriamo rispetto ai mesi che ci attendono: questo conflitto israelo-palestinese, in qualche modo quello che sta succedendo a Gaza, la tragedia umanitaria che sta succedendo a Gaza, che sicuramente va condannata, sta avendo dei riflessi anche nella discussione politica interna", ha concluso.
Martedì sera sono stati migliaia i partecipanti a un presidio, previsto in piazza della Scala, che si è trasformato in un corteo, non prestabilito, che è sfilato per le vie di Milano per dire che "Gaza sta bruciando". Il corteo ha percorso corso Buenos Aires al cui imbocco si è verificato qualche momento di tensione con le forze dell'ordine per via del percorso da seguire. Un gruppo ha cercato di forzare un blocco della polizia che ha reagito con alcune manganellate. Dopo pochi minuti il corteo è ripreso ma non si sono registrati altri momenti "caldi". La manifestazione si è conclusa a piazzale Loreto.
Martedì mattina una ventina di studenti pro Pal, affiliati ai collettivi universitari di sinistra, hanno interrotto una lezione al Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa. E in pochi istanti quella che doveva essere poco più che un'azione dimostrativa per Gaza è diventata un'aggressione fisica a un docente che aveva tentato di fermare i manifestanti. "Mi accusano di essere sionista - ha raccontato Rino Casella, professore associato di diritto costituzionale comparato - solo perché ho sempre detto che non sono un pro Pal". "Nessuno degli oltre 200 studenti che stavano assistendo alla mia lezione - ha aggiunto il docente che ha presentato denuncia - ha solidarizzato con queste persone e quando uno studente tentato di strappare loro di mano la bandiera palestinese sono partite le botte, mi sono messo a fargli da scudo ma sia il ragazzo che io abbiamo subito calci e pugni. Al pronto soccorso hanno stilato un referto di 7 giorni".