"Mi si è bloccata la glottide, un evento rarissimo", ha spiegato il 62enne che ha accusato un malore durante un'immersione nel lago ghiacciato di Lavarone
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"Mi è successo un evento rarissimo, mi si è bloccata la glottide, paralizzata. Sputavo acqua e sangue. Nella concitazione penso solo che non vada bene l’erogatore. Avevo un subacqueo accanto a me, gli ho chiesto a gesti di darmi il suo erogatore ausiliario, perché credevo che i miei fossero rotti. Ma anche il suo, per me, non funzionava, non poteva essere possibile. Nel frattempo ho cominciato a ingerire acqua da tutte le parti". Inizia così a Il Corriere della Sera il racconto del fotografo Massimo Sestini, che ripercorre la tragedia scampata durante l'immersione sotto il lago ghiacciato di Lavarone, a Trento. Il celebre fotoreporter toscano, salvato e soccorso dagli uomini della guardia costiera che erano con lui impegnati in una esercitazione, dopo aver accusato un malore e perso i sensi, è rimasto ricoverato in gravi condizioni a Trento per giorni prima di risvegliarsi dal coma farmacologico.
"Mi ero immerso - ricorda il fotografo Massimo Sestini - con il reparto sommozzatori di San Benedetto della Guardia Costiera che era in addestramento nel lago di Lavarone, sotto il ghiaccio. Non era facile, l'acqua torbida, solo un buco dal quale entrare e uscire".
"In trenta secondi mi hanno disteso sul ghiaccio, - continua, - sputavo acqua e sangue, ma non volevo andare in ospedale. È arrivato immediatamente l'elisoccorso. A quel punto il dottore mi ha detto chiaramente: 'Guarda che potresti morire, se non vieni potresti morire'. Mi è sembrato un argomento convincente e a quel punto sono andato. Eccome se sono andato. Così ora sono qui, grazie all'efficienza dei soccorsi immediati e alla meravigliosa organizzazione della sanità del Trentino".
"Quando lavoro non penso né al rischio né alla morte - conclude Sestini. - Rischio per raccontare. E sono un incosciente. Per me contano le foto che devo fare, il resto sparisce".