Maria Falcone: lo stop all'ergastolo ostativo vanifica la lotta alla mafia
Eliminarlo "significa cancellare la ratio, la finalità della nostra legge"
La decisione della Corte europea sull'ergastolo ostativo "significa azzerare anni di lotta ai boss".
Lo afferma la sorella di Giovanni Falcone, ucciso con la moglie e la scorta nel 1992 a Capaci. Maria Falcone sottolinea come "le norme dell'ordinamento italiano ora messe in discussione furono introdotte dopo le stragi di Capaci e Via D'Amelio, un momento tragico per un Paese come il nostro.
"Un Paese - afferma la sorella del magistrato a La Stampa - che ha dovuto fare i conti con una criminalità organizzata che ha caratteristiche di unicità, rispetto alle organizzazioni criminali estere. In nessun altro Stato d'Europa tanti uomini delle istituzioni hanno pagato con la vita il loro impegno contro le mafie e noi, in Sicilia e non solo, abbiamo vissuto anni di vera e propria guerra". Dunque - aggiunge - eliminare l'ergastolo ostativo, "significa vanificare la ratio, la finalità della nostra legge".
"L'automatismo previsto dall'ergastolo ostativo, cioè il subordinare la concessione dei benefici solo a chi recide i legami con i clan e dà un contributo reale al lavoro degli inquirenti, deriva dalla natura peculiare della criminalità organizzata, una particolarità che abbiamo imparato a conoscere in anni di violenze, morti, terrore e sopraffazione. L'ergastolo ostativo, come tutta la normativa premiale per i cosiddetti pentiti, sono serviti a scardinare un'organizzazione che si era considerata granitica e contro la quale si può agire solo attraverso conoscenze 'dall'interno'."
"Per questo - afferma ancora Maria Falcone - il legislatore ha dato una chance a chi passa dalla parte dello Stato o a chi quanto meno sia realmente intenzionato a recidere i legami con il clan".
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