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Milano, per l'Arco della Pace imbrattato non basterà una semplice pulizia: ci vorrà un restauro

Lo precisa il Comune in seguito a un'analisi più approfondita e a un sopralluogo

Fotogallery - Milano, nuovo blitz di Ultima Generazione: imbrattato l'Arco della Pace

Dieci attivisti del gruppo ambientalista "Ultima Generazione" hanno imbrattato di vernice arancione l'Arco della Pace. L'obiettivo degli eco-attivisti era quello di "riportare l'attenzione sui valori cardine della nostra Repubblica, traditi da un governo che produce armi alimentando conflitti bellici". La protesta, hanno riferito gli autori, è scattata alle 16:10 e si è conclusa alle 16:15 quando sono arrivate le forze dell'ordine, che hanno portato gli attivisti in questura. Durante il blitz, i dieci hanno anche srotolato un striscione arancione con la scritta "Fondo riparazione".

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Per ripulire l'Arco della Pace di Milano dalla vernice gettata mercoledì da alcuni attivisti di Ultima Generazione non sarà possibile procedere con un semplice intervento di idropulizia.

È quanto precisa il Comune di Milano in seguito a un'analisi più approfondita e al sopralluogo di giovedì pomeriggio a cui hanno partecipato gli uffici della soprintendenza della Città Metropolitana di Milano e i tecnici del Nuir, dal quale è emersa infatti la necessità di un accurato intervento di restauro per rimuovere la vernice dalle superfici del monumento. A gestire tutte le operazioni sarà la Soprintendenza di Milano.

 

Inizialmente, i danni sembravano più lievi. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, aveva detto: "Sembra sia vernice facilmente cancellabile, ci lavoreremo in fretta", aveva detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala giovedì mattina, a margine della presentazione della mostra di Piero della Francesca, spiegando di disapprovare "questo tipo di iniziativa da parte dei ragazzi. Comprendo le loro motivazioni, ma - aveva ribadito - disapprovo".

 

Il blitz

 Mercoledì, sette attivisti del gruppo ambientalista "Ultima Generazione" hanno imbrattato di vernice arancione l'Arco della Pace. L'obiettivo degli eco-attivisti era quello di "riportare l'attenzione sui valori cardine della nostra Repubblica, traditi da un governo che produce armi alimentando conflitti bellici". La protesta, hanno riferito gli autori, è scattata alle 16:10 e si è conclusa alle 16:15 quando sono arrivate le forze dell'ordine, che hanno portato gli attivisti in questura.

 

La Polizia di Stato ha indagato le sette persone - cinque donne e due uomini, di età compresa tra i 19 e i 42 anni - ritenute responsabili dell'imbrattamento del monumento milanese neoclassico inaugurato nel 1838. 

 

I precedenti a Milano

 A marzo a essere "colpito" era stato il monumento equestre a Vittorio Emanuele II in Piazza Duomo, il quale ha subito un lungo lavoro di restauro ed è stato restituito ai milanesi e ai turisti solo qualche settimana fa. A gennaio invece era stata imbrattata di giallo l'opera L.o.v.e., il "dito medio" di Maurizio Cattelan che si trova in Piazza Affari. A dicembre 2022, a poche ore dalla Prima, era stato imbrattato - con vernice colorata - l'ingresso del Teatro alla Scala.

 

Le parole del ministro Sangiuliano

 "L’attacco degli eco-vandali all’Arco della Pace di Milano è l’ennesima azione sconsiderata da parte di chi, affermando di voler difendere il Pianeta, danneggia monumenti importanti del nostro patrimonio culturale. Nei confronti di costoro è inaccettabile e da irresponsabili mostrare atteggiamenti cedevoli, se non addirittura ammiccanti. Tra qualche settimana, dopo l’approvazione definitiva da parte della Camera, diventerà legge dello Stato la norma che consentirà di far pagare ai vandali i costi degli interventi di ripristino integrale del bene danneggiato. Il principio che voglio ribadire è che chi distrugge dovrà pagare di tasca propria". Lo dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, commentando la notizia dell’intervento di restauro che sarà necessario all’Arco della Pace a Milano a seguito dei danneggiamenti di mercoledì.

 

"Ricordo, a chi si rende responsabile di simili atti vandalici, che attaccare il patrimonio culturale della Nazione significa danneggiare beni collettivi che rappresentano la ricchezza di tutti. Ciascun cittadino, come sancisce l’articolo 9 della Costituzione, ha il dovere di preservare questa risorsa preziosa. La salvaguardia del Pianeta sta a cuore a tutti, ma deve essere chiaro a chi colpisce l’arte con queste azioni che, così facendo, colpisce anche la natura perché, in virtù dell’antropizzazione del paesaggio, alcuni luoghi e monumenti sono diventati parte integrante delle nostre città", ha aggiunto il ministro.

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