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L'iniziativa è nata per prendere posizione sul recente sgombero del centro sociale e sulle inchieste che hanno al centro l'urbanistica cittadina. Piantedosi: "Manifestazione legittima ma sgombero doveroso"
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A Milano è stata organizzata una manifestazione nazionale, denominata "Giù le mani dalla città", per prendere posizione sul recente sgombero del centro sociale Leoncavallo e sulle inchieste che hanno al centro l'urbanistica cittadina. Due i cortei per le strade della città, uno partito dalla stazione Centrale e uno da Piazza Venezia. Ventimila i partecipanti secondo la questura.
All'altezza di via Melchiorre Gioia i partecipanti al primo dei due cortei sono entrati nel cantiere del "Pirellino", tra le opere al centro delle inchieste sull'urbanistica, lanciando slogan contro il Comune di Milano e Manfredi Catella, manager indagato dalla Procura di Milano per presunti abusi edilizi. L'irruzione, pacifica e simbolica, è avvenuta sotto gli occhi delle forze dell'ordine, in testa e in coda al corteo. I manifestanti sono saliti in cima al cantiere, sopra la grande pubblicità che campeggia sull'incrocio con Melchiorre Gioia, utilizzando le stesse scale di cantiere che si trovano a lato. Gli attivisti hanno acceso fumogeni e lanciato petardi, mentre i manifestanti in strada, tra canti e balli hanno invocato agli altoparlanti dei furgoni "spazi pubblici non speculazione edilizia".
In piazza Duca D'Aosta, davanti alla Stazione Centrale di Milano si sono raggruppate varie anime antagoniste, dal centro sociale Cantiere al Lambretta, dai Carc a Potere al popolo, dagli squatter ai gruppi della galassia anarchica, con striscioni e bandiere. I partecipanti al secondo corteo, invece, si sono dati appuntamento in piazza Venezia a Milano.
Durante il corteo c'è poi stato un lancio di petardi e uova verso le forze dell'ordine che erano schierate sulla via che porta alla sede della prefettura di Milano, per impedire l'accesso ai manifestanti. All'altezza di piazza Tricolore un gruppo di antagonisti, oltre una quarantina, si è staccato dal corteo e ha lanciato uova e petardi verso le forze dell'ordine e ha acceso fumogeni.
Entrambi sono poi confluiti in un unico corteo nazionale. Con la parola d'ordine "Giù le mani dalla città", la manifestazione è organizzata dall'omonimo comitato e ha raccolto adesioni da centri sociali, organizzazioni studentesche, reti femministe, movimenti per la casa, sindacati e numerosi esponenti della società civile, artisti, intellettuali e personaggi pubblici da tutta Italia, a riprova del ruolo che il "Leonka" ha avuto in cinquant'anni di attività come luogo di aggregazione e produzione culturale, e come laboratorio politico e sociale. In piazza anche Alleanza Verdi e Sinistra, con il segretario di SI, Nicola Fratoianni, Rifondazione Comunista e diversi esponenti del PD con il segretario metropolitano Alessandro Capelli, senza però le bandiere di partito. In corteo anche Anpi e Arci. Assente il sindaco, a Parigi per l'inaugurazione della tournée europea del Teatro alla Scala. Presenti anche Bebo Storti, Paolo Rossi, Claudio Bisio, Gigi Alberti, Antonio Cataniae Renato Sarti.
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha commentato la manifestazione. "Lo Stato era stato condannato a pagare un risarcimento dei danni, quindi l'illegittimità di quella occupazione abusiva era stata sancita dalla magistratura e quindi abbiamo fatto la cosa più normale di questo mondo. Non siamo preoccupati perché siamo convinti che sia legittima ogni manifestazione di pensiero, compresa questa, ma credo che tutto poi si svolgerà con senso di responsabilità", ha detto.
"Lo sfratto che hanno eseguito è stata l'occasione ma questa manifestazione vuole ribadire la necessità di spazi in una città come Milano, vuole ribadire la necessità di andare avanti". Marina Boer, presidente dell'associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo, lo ha spiegato prima della partenza del corteo. Insomma non si tratta di un riconoscimento "museale" di quanto ha fatto nei suoi primi cinquant'anni di vita il centro sociale più famoso della città, se non d'Italia, ma il ribadire "la necessità" di continuare. "Abbiamo lanciato la manifestazione per avere una risposta dall'esterno e speriamo che sarà molto partecipata e molto eterogenea", ha detto.
"E' importante esserci per il Leoncavallo e per dare il segnare che non siamo pecore che seguono una cosa, che c'è anche altra gente": sono le parole del premio Oscar Gabriele Salvatores che con gli altri esponenti di "The Comedians", pièce teatrale che fece scalpore nel 1985 e proprio oggi festeggia a Fuoricinema i suoi quarant'anni, ha dato l'adesione alla manifestazione indetta dopo lo sfratto esecutivo del 21 agosto. Il Leoncavallo "ha il valore, una volta si diceva controcultura, ma contro o meno era cultura comunque. Era uno spazio alternativo importante perché Milano, senza fare riferimenti a cose contemporanee, è cresciuta tantissimo in una logica di bellezza, di ricchezza ma c'era bisogno anche di questi centri tipo il Leoncavallo, il Conchetta", ha detto Salvatores.