Listeria e gli altri pericoli nel piatto: ecco come evitarli
A "Controcorrente" le indicazioni del professore di Microbiologia alimentare sui batteri che contaminano i nostri alimenti
Non solo wurstel di pollo, ma anche salmone e pancake. Questi sono alcuni degli alimenti ritirati dai supermercati perché contaminati da listeria. "Si tratta di un batterio che si trova un po' ovunque, anche negli stabilimenti di produzione, aderisce alle superfici e si moltiplica nel frigorifero". A spiegarlo ai microfoni di "Controcorrente" è Antonio Paparella, professore di Microbiologia alimentare all'Università di Teramo.
"La listeria - continua il professore - viene ingerita con gli alimenti e dà origine a tre tipologie di malattia: quella gastrointerica con nausea, vomito e diarrea; una forma setticemica soprattutto nell'anziano con setticimia, meningite, febbre alta; infine in forma batternofetale nella donna in gravidanza che può provocare anche l'interruzione della stessa".
Il batterio, nonostante i numerosi sforzi dei produttori, può essere presente in prodotti come i tramezzini, gli affettati in salumeria, ma anche in molti formaggi. "Nel caso del salmone affumicato, che è uno degli alimenti più frequentemente contaminati, - avverte Paparella - è molto importante controllare l'etichetta, la temperatura di conservazione e la data di scadenza. Dunque sarebbe opportuno conservarlo in frigorifero nei piani più freddi, solo in questo modo il batterio si moltiplicherà lentamente".
Non solo listeria, ma anche salmonella. Quest'ultimo batterio è presente in natura nell'intestino degli animali a sangue caldo che possono contaminare frutta, verdura e uova. "Molti erroneamente conservano le uova fuori dal frigo, ma è necessario conservarle a una tempratura di circa sei gradi", conclude l'esperto.
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