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Cadavere mutilato a Genova, è omicidio: corpo trafitto al cuore da un punteruolo

L'ipotesi è che il ragazzo sia stato ucciso a Lavagna e poi gettato in mare: le correnti alimentate dallo scirocco lo avrebbero spinto fino a Santa Margherita Ligure

Cadavere mutilato a Genova, è omicidio: corpo trafitto al cuore da un punteruolo - foto 1
Capitaneria di porto

Il corpo del 18enne egiziano Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, ritrovato lunedì 24 luglio senza mani e testa al largo di Santa Margherita Ligure (Genova), è stato trafitto al cuore con un punteruolo.

Secondo la procura, dunque, si tratta di omicidio. Una delle ipotesi è che il ragazzo sia stato ucciso a Lavagna e poi gettato in mare: le correnti alimentate dallo scirocco lo avrebbero spinto fino al luogo del ritrovamento.

Il macabro ritrovamento - Le mani del ragazzo sono state ritrovate in due momenti diversi sulle spiagge di Chiavari: quella sinistra lunedì pomeriggio alla foce del torrente Entella, quella destra martedì mattina su un altro tratto di litorale. Non è ancora chiaro se il corpo sia stato mutilato prima di essere gettato in mare oppure se sia stato deturpato dalle eliche di un'imbarcazione che non si è accorta del cadavere. Nelle prossime ore i dubbi verranno sciolti dal medico legale che ha compiuto i primi esami e che ha scoperto il colpo di punteruolo al cuore.

 

Chi era - Il ragazzo, che avrebbe compiuto 19 anni il prossimo ottobre, è stato riconosciuto proprio dalle mani: quando era arrivato in Italia nel 2021 era stato infatti fotosegnalato e gli erano state prese le impronte. In passato il giovane è stato ospite di una comunità per minori non accompagnati, mentre negli ultimi tre mesi del 2022 è stato seguito dagli operatori di una cooperativa. Non aveva precedenti penali.

 

Sentiti il fratello e gli amici - Sulla sua morte indagano i carabinieri del nucleo investigativo di Genova e quella della locale compagnia di Santa Margherita Ligure. In caserma sono stati sentiti diversi amici di Abdalla e il fratello, arrivato dalla Lombardia. "Non lo sentivo da una settimana", ha detto ai militari. Gli inquirenti mirano a ricostruire gli ultimi giorni di vita del ragazzo tramite il suo numero di telefono, analizzando le chiamate e i messaggi. E un aiuto può arrivare anche dai parrucchieri da cui lavorava: il giovane si divideva tra un salone del centro storico genovese e uno di Sestri Ponente.

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