Tutela degli animali

Lecce, cane abbandonato sul balcone cade e muore: multato il proprietario

Il giudice ha inflitto un'ammenda di 5mila euro e disposto il risarcimento all'associazione animalista che si è costituita parte civile

17 Nov 2025 - 12:37
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Il Tribunale di Lecce ha condannato un uomo per abbandono di animali dopo la morte del suo cane, precipitato dal balcone del terzo piano dell'abitazione in cui viveva. Le indagini hanno ricostruito un quadro di condizioni inadeguate: l'animale veniva lasciato in uno spazio troppo ristretto, esposto alle intemperie e, in alcune circostanze, legato a una corda. La caduta sarebbe stata favorita anche dalla presenza di una panca collocata a ridosso della ringhiera. La sentenza prevede un'ammenda di 5mila euro, oltre al risarcimento dei danni all'associazione animalista costituita parte civile e al pagamento delle spese processuali.

Le condizioni in cui viveva l'animale

 Secondo quanto emerso dalle indagini, il cane era tenuto stabilmente su un balcone di piccole dimensioni, ritenuto insufficiente per garantirne il benessere. L'animale era esposto al caldo, al freddo e alla pioggia senza adeguato riparo e, in alcune circostanze, veniva trattenuto con una corda che limitava ulteriormente i movimenti. Il Tribunale ha sottolineato come il cane avesse manifestato nel tempo uno stato di sofferenza e isolamento, elementi ritenuti compatibili con una situazione di abbandono.

La ricostruzione del Tribunale e la dinamica della caduta

 La morte dell'animale è avvenuta in seguito alla caduta dal terzo piano. Nella ricostruzione resa nota dal Tribunale, un ruolo determinante potrebbe averlo avuto la presenza di una panca posizionata vicino alla ringhiera, che avrebbe consentito al cane di tentare di affacciarsi o arrampicarsi, perdendo poi l'equilibrio. Gli elementi raccolti durante l'indagine e le testimonianze hanno contribuito a delineare una situazione di rischio costante, aggravata dall'assenza di un ambiente idoneo e dalla mancanza di controllo da parte del proprietario.

L'applicazione della legge 189/2004 sulla tutela degli animali

 La sentenza fa riferimento alla legge 20 luglio 2004, n. 189, che disciplina il divieto di maltrattamento degli animali e introduce specifici reati legati all'abbandono e alla crudeltà verso gli animali. La normativa riconosce gli animali come esseri viventi meritevoli di tutela e prevede pene più severe rispetto alle disposizioni precedenti, inasprendo le pene per maltrattamento, abbandono, uccisione e impiego degli animali in combattimenti clandestini. Il Tribunale di Lecce ha applicato questa cornice normativa, richiamando in particolare la sezione del Codice penale dedicata ai delitti contro il sentimento degli animali.

Ammenda, risarcimento e responsabilità riconosciute dal giudice

 Il proprietario del cane è stato condannato al pagamento di un'ammenda pari a 5mila euro. La sentenza stabilisce anche l'obbligo del risarcimento dei danni all'associazione impegnata nella tutela degli animali, che si è costituita parte civile, oltre al pagamento delle spese processuali. La decisione conferma il principio secondo cui la detenzione di un animale comporta responsabilità precise, soprattutto in termini di tutela delle sue condizioni di vita.

Le pene previste per l'abbandono di animali

 Il reato di abbandono di animali è disciplinato dall'articolo 727 del Codice penale e riguarda chi abbandona animali domestici o abituati alla cattività, oppure li detiene in condizioni incompatibili con la loro natura, causando gravi sofferenze. La norma prevede sanzioni che possono consistere in un'ammenda o nell'arresto, con un impianto sanzionatorio rafforzato nel tempo dal legislatore per garantire maggiore tutela. La pena applicata dal giudice varia in base alla gravità delle condizioni di detenzione, alla durata dell'abbandono e agli effetti prodotti sul benessere dell'animale.

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