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Roma, tutti in minigonna al Liceo Righi dopo la battuta sessista della docente | La ragazza: "La prof si è scusata per il termine non con me"

La studentessa apostrofata con un "stai sulla Salaria" per il suo abbigliamento accusa: "A un maschio non avrebbero fatto un insulto così pesante"

"Stai sulla Salaria?", al liceo Righi esplode la protesta degli studenti 

Al liceo Righi di Roma esplode la protesta contro le parole di una professoressa che, commentando una maglietta troppo corta di una studentessa le ha detto "Stai sulla Salaria?". Gli studenti si sono infatti riuniti in assemblea, saltando la prima ed entrando nell'Istituto con gonne calzoncini e magliette corte, rompendo il dress code imposto.

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Decine di studenti hanno manifestato davanti al Liceo Righi di Roma, dopo i presunti commenti sessisti ricevuti da una studentessa, che sarebbe stata apostrofata, da una docente, come "prostituta" mentre faceva all'interno della scuola un video, con la pancia scoperta, durante un'ora libera.

La ragazza protagonista della vicenda: "Davanti alla preside la prof non si è scusata con me, ha solo detto di aver usato un termine infelice".

La manifestazione è stata organizzata prima dell'ingresso: un gruppo di ragazzi e ragazze, vestiti con minigonne e magliette sopra l'ombelico, ha srotolato uno striscione con su scritto "Righi zona fuxia". Un altro manifesto recitava "Benvenuti nel Medioevo". L'iniziativa è durata mezz'ora circa e poco prima delle 9 i ragazzi sono entrati a scuola.

 

 

La studentessa: "Se fossi stata maschio non sarei stata insultata" - "Sono felice di come è finita questa giornata. C'è stata tanta gente alla protesta e ho sentito vicini i miei compagni: ragazze e ragazzi che hanno rotto il dresscode. La professoressa?  Non mi ha effettivamente chiesto scusa perché si rifiuta di chiedermi scusa per una cosa 'non detta' (parlando della prostituzione ndr). Ieri mi hanno convocato dalla preside con la professoressa e abbiamo avuto un confronto ma l'unica cosa ottenuta è stata la scusa per la parola infelice". Lo dice la studentessa del Liceo Righi di Roma, redarguita da una sua professoressa con la frase "ma che stai sulla Salaria" - strada a Roma nota per la prostituzione - per un video che la sedicenne stava girando con il cellulare, con la pancia "scoperta". La studentessa ha però incalzato la prof nel colloquio avuto ieri davanti alla preside: "Le ho chiesto: 'se dovesse incontrare un ragazzo a scuola con i pantaloncini corti cosa gli direbbe?" La prof secondo la giovane avrebbe risposto: "ma che stai al mare".

 

Proprio in questo la ragazza ha fatto notare che c'è una discriminazione: "in questa risposta c'è la vera discriminazione nella frase che mi ha detto e la differenza di giudizio tra ragazze e ragazzi. Perché il maschio al mare ed io sulla Salaria?" La ragazza ha inoltre proseguito dicendo: "Io mi scuso perché non si devono usare i social, fare video o mettere la musica, a scuola, ma la prof. poteva mettermi una nota, ovviamente. Gli altri professori con cui ho parlato li ho sentiti dalla mia parte in merito all'insulto ricevuto. Il docente di storia ha anche impegnato la sua ora per parlare dell'accaduto". E comunque aggiunge la giovane "non stavo ballando, recitavamo un canzone di Sanremo". 

 

La preside: "Procedimento disciplinare per la docente" - "Ci sarà l'apertura di un procedimento disciplinare nei confronti della prof perché è un atto dovuto. Vorrei riportare il tutto in momento costruttivo e formativo". Cinzia Giacomobono, la preside dell'Istituto Righi di Roma, in merito alla polemica. "Davanti a me la professoressa si è scusata per la frase infelice ma non voleva offenderla ne voleva paragonarla", ha proseguito la preside, precisando poi che tra il corpo docente si sta provando un po' di amarezza: "C'è amarezza tra gli insegnanti, perché noi facciamo tante cose per i nostri ragazzi e adesso, essere messi alla berlina per una frase, sicuramente infelice, sta mettendo nell'ombra tutto ciò che di positivo" viene fatto "dall'Istituto.

 

"La stessa professoressa è una docente apprezzata e si occupa di cyber bullismo. Speriamo quindi che le cose possano esser riportate in un senso formativo - ha ribadito -, che riguarderà anche l'importanza del non mettere in rete immagini che potrebbero essere equivocate. Noi facciamo sempre interventi anche avvalendoci della polizia postale". 

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