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Prezzo latte, proposti 70 centesimi al litro: i pastori sardi rifiutano

Trattative ancora in stallo. Il tavolo nazionale di filiera sul pecorino, convocato al Viminale, sarà convocato di nuovo sabato ma in Sardegna

Prezzo latte, proposti 70 centesimi al litro: i pastori sardi rifiutano - foto 1
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Continua, ma a fatica, il dialogo tra pastori e governo sul prezzo del latte ovino.

La vertenza, per ora, è sospesa e rimandata a sabato prossimo in Sardegna. L'ultima proposta al tavolo nazionale di filiera sul pecorino, convocato al Viminale, è stata di 70 centesimi al litro, con l'auspicio che con il ritiro delle forme in eccedenza entro tre, quattro mesi il listino si alzi a un euro. Il prezzo però non soddisfa ancora i lavoratori.

Intanto sulla trattativa ha fatto irruzione l'Antitrust che ha aperto un'indagine sui prezzi del latte sardo di pecora destinato alla produzione di pecorino romano Dop. Il procedimento è stato avviato nei confronti del consorzio per la tutela del formaggio e di trentadue imprese di trasformazione, tutte con sede in Sardegna. L'inchiesta serve a verificare se gli operatori abbiano imposto agli allevatori un prezzo di cessione del latte al di sotto dei costi medi di produzione. Potrebbe infatti esserci un significativo squilibrio contrattuale tra i caseifici e gli allevatori, questi ultimi parte debole del rapporto.

La protesta nell'isola intanto non si ferma: i pastori del centro e nord si sono radunati a Thiesi (Sassari) per una grande manifestazione. Le strade continuano ad essere allagate e la minaccia di bloccare i seggi durante le elezioni Regionali è sempre in piedi.

In totale gli allevamenti in Sardegna sono circa 12mila. L'isola ospita circa il 40% di tutte le pecore presenti in Italia, producendo 3 milioni di litri di latte che viene utilizzato principalmente per la realizzazione del pecorino romano. Proprio il noto formaggio è il casus belli visto che dopo un periodo di boom, legato soprattutto alle esportazioni, ha visto un crollo verticale delle vendite.