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Guasti alle scale mobili della metro di Roma, scattano 4 misure interdittive

Le misure per due dipendenti di Metro Roma e due di Atac, lʼazienda trasporti della Capitale. Frode nelle pubbliche forniture e lesioni personali colpose aggravate i reati contestati

Guasti alle scale mobili della metro di Roma, scattano 4 misure interdittive - foto 1
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Quattro persone, due dipendenti di Metro Roma e due di Atac, hanno ricevuto un'ordinanza cautelare interdittiva per i guasti sulle scale mobili delle stazioni della metropolitana Repubblica e Barberini della Capitale.

I reati contestati ai quattro sono frode nelle pubbliche forniture e lesioni personali colpose aggravate. L'indagine ha fatto luce sulle cause che portarono all'incidente del 23 ottobre a Repubblica e del 21 marzo a Barberini.

Nell'ottobre dello scorso anno alcuni tifosi della squadra di calcio Cska Mosca furono coinvolti nel cedimento delle scale mobili alla stazione Repubblica. Alcuni di loro restarono anche feriti.

​Repubblica riaprì dopo 8 mesi - La stazione Repubblica della linea A è rimasta chiusa per 246 giorni in seguito al crollo delle scale mobili. Dal 23 ottobre, la fermata venne riaperta all'alba del 26 giugno, con il sollievo dei tantissimi pendolari e residenti che per oltre otto mesi hanno dovuto fare a meno di uno degli snodi principali nel centro città, al quale seguì poi anche la chiusura di Spagna e Barberini. La prima rimase chiusa per un mese e mezzo e riaprì a maggio, mentre la seconda è ancora chiusa, dopo essere stata dissequestrata. Ad oggi le scale mobili sono fuori servizio in numerose fermate dell'intera metropolitana: otto sulla linea A, sei sulla linea B e una sulla linea C.

"Su 700 scale possono venire giù 4" - "Se famo il calcolo delle probabilità su settecento (scale mobili, ndr) ne sarebbero venute giù tre o quattro". E' il passaggio di una intercettazione di Renato D'Amico (direttore di esercizio Atac delle linee metropolitane A e B), che discute sulla problematica delle scale mobili con una dipendente sminuendo "la gravità della situazione utilizzando come parametro di giudizio quello delle probabilità per valutare lo stato di pericolo in cui versano le condizioni di sicurezza degli impianti".

Nel provvedimento il giudice scrive che a "D'Amico non interessa affatto l'eventualità che su quelle tre o quattro scale ci siano sopra persone, per lui è solo una questione di numeri percentuali ma ci si consenta di osservare che saranno pure tre o quattro scale quello che possono rompersi ma se c'è qualcuno sopra rischia di farsi male per davvero".

Gip: "Incidenti continui e occultati" - "Continuano a verificarsi incidenti che sebbene noti tanto a Metroroma Scarl, a Schindler nonché agli organi addetti alla sicurezza Atac, non vengono segnalati e anzi opportunamente occultati, così come permangono problematiche tecniche legate a pregressi o attuali manomissioni, il tutto da rendere non escludibile l'avverarsi di ulteriori sinistri che potrebbero trovare epilogo di minore gravità solo per il verificarsi di concomitanti circostanze cioè favorevoli agli utenti", scrive il gip Massimo Di Lauro di Roma.