il caso

L'Aquila, 16enne bestemmiò durante una gita scolastica: indagato per stalking, ora la procura archivia

La famiglia dello studente sta valutando ora una denuncia per calunnia

22 Ago 2025 - 14:10
 © Ansa

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A dicembre del 2024 un ragazzo di 16 anni bestemmiò durante una gita scolastica. Il gesto non fu privo di conseguenze: nei confronti dello studente furono presi una serie di provvedimenti disciplinari: sospensione da tutte le attività extrascolastiche e, a fine anno, la bocciatura. Non solo: l'Ufficio scolastico regionale dell'Abruzzo ritenne di segnalare il caso alla magistratura, ipotizzando il reato di stalking, lo stesso previsto per gravi condotte persecutorie e punito con pene fino a sei anni di reclusione. Ora la vicenda sembra essere arrivata al capolinea. La procura per i minorenni de L'Aquila, infatti, ha archiviato il procedimento penale contro il 16enne.

Per i magistrati non ci sono elementi e il ragazzo, racconta Il Messaggero, è stato quindi prosciolto da ogni accusa. "Sapevamo che c'era un'indagine in corso - ha spiegato al quotidiano l'avvocato Luca Motta, difensore del giovane insieme a Pasquale Motta - ma non immaginavamo che la denuncia riguardasse l'articolo 612 bis del codice penale. È un'accusa gravissima, del tutto sproporzionata. Stiamo valutando una denuncia per calunnia". Intanto il ragazzo ha lasciato la scuola. Lo ha confermato la madre che ha presentato un esposto al ministero dell'Istruzione. La dirigente scolastica ha difesa la bontà della sua scelta, ribadendo di aver seguito tutte le procedure previste. 

In Italia la bestemmia è ancora un reato?

 Nel nostro Paese la bestemmia non è più considerata un reato penale. Tuttavia è ancora un illecito amministrativo, il che vuol dire che se è pronunciata in un luogo pubblico, è punita dall’articolo 724 del Codice penale che prevede una sanzione pecuniaria che va da 51 a 309 euro. L'oggetto della bestemmia deve essere una divinità, e non più santi o simboli religiosi.

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