L'indagine

Inchiesta sui finanziamenti ad Hamas, ripuliti i pc: "L'hard disk con i file nelle mani di un amico"

Secondo la Dda di Genova, documenti informatici sarebbero stati cancellati e copiati su un supporto esterno affidato a una persona di fiducia. I legali di Hannoun: "Accuse costruite su elementi forniti da Israele"

29 Dic 2025 - 11:54
 © Ansa

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Le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Genova relative a presunti finanziamenti ad Hamas dall'Italia si stanno ora concentrando su una serie di file informatici che sarebbero stati cancellati dai computer di alcune associazioni ritenute coinvolte nella raccolta di fondi. Parte della documentazione sarebbe stata eliminata dai pc delle sedi operative per il timore di controlli e arresti, ma una copia sarebbe stata conservata su un hard disk esterno e affidata a un "amico di fiducia". Un elemento che, per gli investigatori, potrebbe aprire nuovi sviluppi nell'inchiesta e consentire di ricostruire in modo più dettagliato la rete di contatti e i flussi di denaro diretti verso le brigate di Al Qassam - e almeno in un caso anche per Hezbollah - che circolava a volte sui camion umanitari.

File cancellati e pc nascosti

 Dalle intercettazioni contenute nelle carte è emerso che, per la paura di essere scoperti e arrestati, alcuni degli indagati - Mohammed Hannoun e Abu Falastine (il cui vero nome era Ra'Ed Hussny Mousa Dawoud) - avevano da tempo deciso di cancellare quanto era presente sul pc della sede dell'associazione "La cupola" in via Venini a Milano, uno dei collettori di denaro che sarebbero serviti a finanziare le attività del "Movimento di resistenza islamica". A giugno Falastine diceva: "Ho cancellato tutto...i vecchi file tutti cancellati... tutte le ricevute cancellate. Ovviamente ho tenuto una copia e l'ho messa in un hard disk e l'ho lasciata da un amico di fiducia". Nel corso delle perquisizioni, i militari hanno sequestrato diversi computer e supporti informatici. In un caso, tre pc sarebbero stati trovati nascosti nell’intercapedine di una parete di un appartamento di uno studente a Sant'Angelo Lodigiano, in provincia di Lodi. Si tratta di materiale che gli inquirenti definiscono di particolare interesse investigativo e che sarà analizzato nei prossimi giorni per verificare la presenza di documenti utili a confermare le ipotesi accusatorie.

Le intercettazioni

 Aldilà dei contenuti digitali, sono diversi gli elementi che, secondo l'accusa, confermano l'adesione ad Hamas del gruppo in Italia. "Toufan al Aqsa, 7 ottobre 2023, è stato l'inizio della liberazione. Noi adesso siamo sulla strada della liberazione...", diceva Abu Falastine, considerato dalla sicurezza interna di Hamas un riferimento in Italia, il quale conservava anche un video dei tunnel sotto Gaza. "L'Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese", con sede a Genova, il cui responsabile è Mohammad Hannoun, il principale indagato, organizzava raccolte di denaro inviando non solo bonifici ad altre presunte charity. Spesso il denaro viaggiava sui camion assieme agli alimenti che sarebbero poi entrati a Gaza: i soldi in contante, che potevano arrivare anche a centinaia di migliaia di euro, giungevano nella Striscia passando per Il Cairo, Amman o Istanbul, sfruttando "alcuni dipendenti dell'associazione, utilizzando 'cash couriers' oppure ricorrendo a escamotage come delegazioni filantropiche".

Le iniziative

 Una di queste iniziative - denominata "Un convoglio per Gaza" - fu organizzata nel 2024, presentata nella sala della Parrocchia di Piazza San Lorenzo in Lucina a Roma e aveva come testimonial Modestino Preziosi, maratoneta italiano. Banconote, quasi sempre dollari, che invece avrebbero foraggiato i terroristi. A provarlo, secondo gli inquirenti, è un'intercettazione in cui Suleiman Hijazi, stretto collaboratore di Hannoun, ammette che "per quanto riguarda i progetti la maggior parte dei soldi vanno (...) alla Muqawama (Hamas) (...), quasi tutto!".

I riferimenti ad Hamas

 Dalle conversazioni captate non figura solo Hamas. Il 14 febbraio in un'intercettazione si evince che "Dawoud parla del trasferimento di una somma di denaro da Istanbul ad Amman in favore di Hezbollah" mentre in una intercettazione del 2024 un interlocutore di Hannoun, che aveva da poco effettuato una consegna, "specifica di aver preparato 10 camion e menziona 3 o 4 borse piene di dollari aggiungendo che ormai nessuno vuole più farina, essendocene in abbondanza". Ma in un'altra intercettazione emergono lamentele: "I 400mila dollari spesi per l'acquisto di alimentari per la carovana benefica saranno rubati in quanto i camion vengono assaliti".

Legali Hannoun: "Accuse costruite su elementi forniti da Israele"

 Intanto, secondo i legali del presidente dell'Associazione dei palestinesi in Italia, Mohammad Hannoun, le accuse nei suoi confronti sono "largamente costruite su elementi probatori e valutazioni, anche giuridiche, di fonte israeliana". Gli avvocati Dario Rossi, Emanuele Tambuscio e Fabio Sommavigo, sottolineano che, proprio a causa della provenienza, "non è possibile un reale e approfondito controllo su contenuti e rispetto dei principi costituzionali, convenzionali e codicistici di formazione della prova".

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