La decisione della Corte d'Appello

L'imam di Torino torna in libertà, Meloni: "Sicurezza impossibile se i giudici annullano ogni misura" | Schlein: "Il premier vuole il governo libero dal controllo delle toghe"

L'uomo, detenuto nel Cpr di Caltanissetta, non è ritenuto "soggetto pericoloso" e i contatti con soggetti legati al mondo del terrorismo "sono isolati e decisamente datati". Il Viminale valuta il ricorso. Fratoianni: "Così cade una narrazione falsa e ideologizzata" 

15 Dic 2025 - 21:18
 © Ansa

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L'imam Mohamed Shahin, che era detenuto nel Centro di permanenza per i rimpatri di Caltanissetta, è tornato in libertà. Lo ha stabilito la Corte d'Appello di Torino. All'uomo, già al centro di polemiche per alcune dichiarazioni ritenute giustificative dell'attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas, è stato consegnato un permesso di soggiorno provvisorio emesso dalla Questura nissena. La decisione ha suscitato la dura reazione politica di Fratelli d'Italia, che ha definito la scelta dei giudici "grave e incomprensibile". Fratoianni (Avs): "Altro schiaffo al ministro Piantedosi". Il Viminale intanto valuta di presentare ricorso contro la decisione dei giudici. Era stato Piantedosi a firmare il decreto di espulsione per Shahin. La rabbia del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: "Così la sicurezza è impossibile".

Meloni: "Così come facciamo a difendere la sicurezza degli italiani?"

 "La Corte d'Appello di Torino ha disposto la cessazione del trattenimento dell'imam Mohamed Shahin, destinatario di un decreto di espulsione firmato dal Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Parliamo di una persona che ha definito l'attacco del 7 ottobre un atto di 'resistenza', negandone la violenza - ha sottolineato il premier -. Che, dalle mie parti, significa giustificare, se non istigare, il terrorismo. Qualcuno mi può spiegare come facciamo a difendere la sicurezza degli italiani se ogni iniziativa che va in questo senso viene sistematicamente annullata da alcuni giudici?".

Le parole del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera

 "La decisione della Corte d'Appello di Torino di liberare l'imam Mohamed Shahin, nonostante un'espulsione firmata dal ministro Piantedosi per motivi legati alla sicurezza nazionale, rappresenta l'ennesimo schiaffo allo Stato e a chi ogni giorno lavora per proteggerlo", ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Galeazzo Bignami. "Una decisione grave e incomprensibile riguardo una persona che ha giustificato il violento attacco terroristico del 7 ottobre e che di fatto vanifica il grande lavoro fatto dalle nostre forze dell'ordine e dal Viminale, rimettendo in circolazione un soggetto ritenuto pericoloso, e addirittura accogliendo la linea difensiva dell'imam", ha aggiunto.

"Scelta irresponsabile in un momento particolarmente delicato per l'ordine pubblico"

 "Questa vicenda suona come l'ennesima conferma del livello di politicizzazione di una parte della nostra magistratura, al punto da mettere a rischio la stessa sicurezza dei cittadini", ha detto ancora Bignami. "Una scelta irresponsabile che arriva il giorno dopo il massacro in Australia e in un momento particolarmente delicato per l'ordine pubblico, a causa proprio della violenza e dalla propaganda integralista e pro-Pal nelle piazze. Per quanto ci riguarda per Fratelli d'Italia la sicurezza rappresenta la priorità e continueremo a denunciare chi, come l'imam Shahin, vuole soltanto fomentare un clima di odio".

Fratoianni contro Piantedosi Di avviso opposto Nicola Fratoianni.  "Non passa settimana che il ministro Piantedosi non becchi un sonoro ceffone da qualche tribunale del nostro Paese. Oggi - prosegue il deputato di Avs - succede con la vicenda dell'Imam di Torino, rinchiuso illegalmente in un Cpr. È quello che accade a chi non tiene conto delle leggi, che ad esempio libera i torturatori e i trafficanti libici e regala altre motovedette (come sta accadendo in questi giorni) alle milizie di quel Paese, e che su ogni vicenda sulle politiche migratorie o sulla tragedia mediorientale costruisce una narrazione falsa e ideologizzata".

Schlein: "Meloni vuole il governo libero dal controllo delle toghe"

 Il dibattito politico si infiamma e dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, arriva un nuovo attacco al premier:"La separazione delle carriere riguarda 20 o 40 persone all'anno. Ma allora perché mettere mano alla Costituzione? L'obiettivo l'ha chiarito Giorgia Meloni quando davanti alla sentenza della Corte dei Conti sul progetto fallimentare del Ponte sullo Stretto è uscita con parole gravissime dicendo 'adesso vi facciamo vedere noi con la Riforma chi comanda'. Non è accettabile, per noi la democrazia non è un assegno in bianco a chi ha un voto in più. Non accettiamo l'idea di questa destra per cui chi ha un voto in più non debba essere sottoposto al controllo della magistratura. La Corte dei Conti finita sotto attacco e non lo dobbiamo accettare. Dobbiamo impegnarci per convincere le persone ad andare a votare per contrastare la riforma della magistratura", ha aggiunto. 

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